Elena–Nina ritorna da martedì a lavorare in fabbrica, in Azimut. La restituzione del diritto al lavoro è solo il primo passo verso la restituzione completa della libertà di Nina, che alla fine del turno si ritrova il gradino antistante il pianerottolo di casa a fungere da secondino Ma è comunque un risultato che la riporta tra di noi e quindi ne siamo felici e orgogliosi.
Ringraziamo pertanto tutti coloro che lo hanno reso possibile grazie anche alla tempestività di intervento dei compagni avvocati Gianluca, Emanuele e delle Rsu in Azimut, Massimo e Lucian; riconoscendo inoltre alla Direzione Azimut il merito di una corretta politica di comprensione e disponibilità, pur nella strutturale diversità dei ruoli di classe.
Nella vicenda di tali arresti provocatori ci siamo tutti/e sentiti/e coinvolti perchè la privazione della libertà inflitta a Nina e a Marianna è una privazione della libertà di tutti noi che continuiamo a opporci alla militarizzazione che si è scatenata in Val Susa criminalizzando, reprimendo e gasando una popolazione che resiste contro il sopruso del potere e il dominio del profitto.
Ma la Resistenza della Valle ha ormai ben dimostrato di essere diventata un soggetto collettivo di trasformazione dell’esistente e in questa prospettiva, oltre che la dignità ci viene anche restituita la speranza sociale.
E’ con questo spirito che possiamo dire a testa alta: bentornata, Nina!
Cobas Azimut Cobas Azimut
Confederazione COBAS Torino