Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
IL RISCHIO DELL’IMPATTO DEL TAV SU DORA E SANGONE
La mobilitazione sui progetti di Ltf e Rfi deve essere finalmente l’occasione per sensibilizzare
gli amministratori, i cittadini e gli enti sovralocali sulla disastrosa condizione ambientale dei nostri corsi d’acqua
Nella lunga questione Tav in valle di Susa e val Sangone tutti hanno dimenticato che i torrenti di valle di Susa e Sangone sono già fortemente impattati.
In valle di Susa quasi nessun torrente in tutti i mesi dell’anno ha l’acqua sufficiente per arrivare alla sua naturale confluenza con la Dora;
Sempre in valle di Susa nei mesi invernali e a luglio lunghi tratti dei torrenti lateriali (Clarea, Gerardo, Frangerello, Gravio, Rocciamelone, Messa) e del Cenischia risultano totalmente in asciutta per colpa dei prelievi eccessivi;
Nel Sangone, il tratto a valle della presa della centrale sotto Forno è quasi asciutto nei mesi invernali e ad agosto, lo stesso accade ad alcuni laterali;
Il Sangone è completamente asciutto a valle di Sangano fino a Beinasco nei mesi invernali e in quelli estivi;
Il Deflusso minimo vitale non viene rispettato da piccoli produttori idroelettrici e consorzi irrigui;
Gli alvei sono già costantemente interessati da lavori che azzerano la fauna ittica e quella macrobentonica; l anaturalità delle sponde è ovungue azzerata.
Soprattutto, per il bacino della Dora non esiste un coordinamento nella gestione degli invasi e delle captazioni ad acqua fluente nonché per quelle irrigue: il costante colore grigio della Dora e il suo deposito di limo in alveo sono dovuti al continuo “apri e chiudi” delle diche (prima tra ttute quella di Pont Ventoux) che non rispettano displinari adeguati a una corretta gestione dei sedimenti;
I depuratori dell’alta valle scaricano nei tratti dove c’è meno acqua, quello di Rosta addirittura non funziona da un sacco di tempo e scarica tutto così come gli arriva.
Le captazioni di falde durante lo scavo dei tunnel, gli scarichi dei cantieri, i lavori in laveo, i cantieri per manufatti collegati alla linea sui fiumi, come già successo in Mugello, possono uteriormente aggravare la situazione.
Quindi:
- Questa non deve rappresentare una scusa per i soggetti proponenti la NLTL (che nel Sia fanno le indagini per il “bianco ambientale”) nel rappresentare una situazione ambientale di pessima qualità che i cantieri (tunnel e esterni) per il Tav troveranno già compromessa e ai quali non potrà essere imputato un aggravamento;
- Questa situazione deve al contrario essere tenuta ben presente dagli amministratori comunali e di Comunità montana e citata nei documenti tecnici in occasione della Valutazione d’impatto ambientale per evitare che con i cantieri del Tav si sommino nuovi impatti su fiumi già biologicamente pressoché azzerati (tutti ricordiamo la morte della Dora per dieci anni dopo gli sversamenti di cemento liquido dal cantiere Sitaf di Chiomonte);
- Da parte delle comunità locali deve esserci una presa di coscienza di questa situazione (i fiumi sono sempre dimenticati) e deve essere tenuta presente dai consigli comunali quando si discute di nuovi progetti di piccolo idroelettrico o di consorzi irrigui;
- Le segnalazioni inoltrate dalle amministrazioni (anche contrarie) per le osservazioni richieste per la Via e per le Conferenze di servizi del Tav possono diventare l’occasione per chiedere agli enti sovralocali come Regione e Provincia che si attivino, prima del Tav o indipendetemente dal progetto Tav, per adottare misure per fare tornare la situazione delle nostre acque a livelli di sufficiente sostenibilità ambientale, come del resto impone la normativa CEE;
- Il Tav richischia di distruggere quel che resta della Dora e del Sangone;
- Ma Dora e Sangone devono tornare ad essere dei fiumi vivi prima del Tav, e anche senza il Tav;
ASSOCIAZIONE PESCATORI VALSUSA
UNIONE DEI CONSIGLI DI VALLE DEI PESCATORI DELLA PROVINCIA DI TORINO