Abusi senza frontiere a Bardonecchia. Annunciati giorni fa dagli organi di stampa, i controlli “internazionali” di polizia e gendarmeria su lato italiano non si sono fatti attendere. Ed eccoli subito tradotti poche ore fa nel prelievo forzato di campioni biologici da un migrante, giunto fin qui per andare verso la Francia, nella speranza di allontanarsi sempre di piú dalle vessazioni. Anche qui, in un luogo pulito e sicuro come la saletta adiacente alla stazione, gestita da mesi dai volontari di Rainbow4Africa che abbiamo conosciuto in questo lungo incerno. Ma in Valle di Susa lo abbiamo imparato, qualsiasi luogo puó diventare teatro di abusi di potere quando si tratta di ledere le buone pratiche di solidarietà. In questo caso protagonista è la polizia francese. La nostra solidarietà va ai volontari presenti, condannando questo grave episodio, che si va ad aggiungere alla lista dei comportamenti polizieschi intimidatori che puntano ad allontanare chi crede nell’antirazzismo e nell’uguaglianza.
Ecco il racconto di Rainbow4Africa: «Nel tardo pomeriggio di oggi, uomini della guardia di confine francese sono entrati armati nella sala della stazione di Bardonecchia dove operano i volontari di Rainbow4Africa, i mediatori culturali e gli avvocati di ASGI. Rainbow4Africa e ASGI ritengono inaccettabile la grave ingerenza all’operato delle ONG e delle istituzioni italiane. Un presidio sanitario è luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra. Rainbow4Africa agisce secondo principi inviolabili: indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità. L’azione degli agenti della Dogana Francese viola tali principi. II comportamento adottato nei confronti del ragazzo nigeriano appare irrispettoso dei diritti umani».