Quanto sta succedendo in questi giorni nella nostra valle è vergognoso. Un’intero paese blindato e militarizzato con tanto di checkpoint per chi entra e chi esce, posti di blocco in giro per le strade e comportamenti intimidatori nei confronti degli attivisti No Tav. Cariche e lacrimogeni a freddo accompagnati dalla narrazione giornalistica preventiva confezionata ad hoc sulle veline della questura. Ma a ben guardare questa strategia messa in campo dai promotori dell’opera nasconde la terribile paura che hanno che, a fronte a questo momento di crisi, finalmente ci si riesca a rendere conto delle reali necessità della popolazione e del paese accantonando questo progetto sorpassato, nocivo e antieconomico.
Hanno paura di un popolo determinato che in trent’anni ha gridato il proprio NO sempre a viso aperto, consapevole che non si tratta solo di un treno, ma di un modello di società che lascia soli i più deboli, devasta i territori e distrugge la salute per l’interesse ed il tornaconto personale di pochi.
Quanto sta succedendo in questi giorni, in tempi di pandemia, è la sintesi più bieca di quello che diciamo da tempo: uno Stato che per difendere gli interessi dei soliti noti tratta i suoi cittadini da nemici interni.
Ma in Val Susa ogni giorno di resistenza è un giorno in cui si impara qualcosa in più, in cui si accresce la determinazione e la consapevolezza che la grande opera inutile ed inquinante va fermata.
Da oggi quindi sarà importante continuare a mobilitarsi per impedire che lo scempio che stanno compiendo passi sotto silenzio. Oggi alle 18 ci troveremo ai cancelli della Centrale di Chiomonte per un aperitivo e domenica invece saremo a Giaglione dalle 11 per una manifestazione nel paese assediato dalle truppe di occupazione. Portate scarponi e pranzo al sacco!
#finoallavittoria