Si è conclusa da poco una partecipata assemblea del movimento No Tav a Villar Focchiardo convocata per discutere le iniziative da costruire in valle il 22 febbraio, giornata di lotta lanciata dal movimento a livello nazionale.
Più di 200 persone presenti, alcune delegazioni da fuori, si è cercato di fare il punto rispetto la situazione di Chiara, Nicolò, Claudio e Mattia, in carcere dal 9 dicembre con l’assurda accusa di terrorismo. Questo salto di qualità voluto dalla procura torinese è un grave atto di intimidazione nei confronti del movimento tutto ossia di chi, da 25 anni, si oppone alla costruzione della linea ad altà velocità e allo spreco del denaro pubblico. L’assemblea concorda sul fatto che se contrastare i grandi interessi e le speculazioni significa essere terroristi, allora ogni No Tav lo è!
Si sono susseguiti molti interventi di solidarietà agli arrestati e alle loro famiglie e la volontà, esplicitata, di restituire al mittente tali accuse attraverso le iniziative di lotta e Resistenza. In tal senso la giornata del 22 dovrà essere partecipata, con l’appuntamento a Chiomonte nel primo pomeriggio e, a seguire, un corteo. Giungono numerosissime, oramai, le informazioni rispetto alle iniziative, presidi e manifestazioni che si stanno organizzando in ogni parte d’Italia.
La solidarietà è un altro tema importante, a partire dalla raccolta di fondi lanciata per le spese legali del movimento che ha raggiunto l’incredibile cifra di 258.500 euro e che continua poiché (nonostante si sia raggiunta la cifra auspicata inizialmente) oltre all’infame multa da pagare ad Ltf, ci sono numerose spese legali da sostenere e la volontà di supportare i 4 No Tav in carcere e le trasferte delle loro famiglie.
L’assemblea esprime solidarietà anche a Luca e Paolo e a tutti i giovani di Roma e ai disoccupati di Napoli che quest’oggi sono stati arrestati per iniziative di movimento, tra cui la giornata del 31 ottobre a Rome.
Si resiste e si continua a lottare anche per loro e per tutti coloro che, nonostante il chiaro tentativo di criminalizzare ogni forma di dissenso sociale, pensano che contrastare l’ingiustizia che ci viene quotidianamente imposta sia l’unica strada possibile per garantirci un futuro.