Che il fenomeno dell’acqua alta a Venezia non sia una novità lo sappiamo tutti, ma quello a cui stiamo assistendo in questi giorni (+187 cm) ha purtroppo dell’incredibile e pare anche delle ragioni ben precise.
La loro origine è da tracciare nello scavo del Canale dei Petroli iniziato nel 1964, con l’alterazione permanente dell’equilibrio idrodinamico che ne è conseguita e di cui i cittadini veneziani pagano ancora il prezzo. Allucinante quindi pensare ai miliardi spesi per una delle grandi opere più inutili e costose, mai conclusa, della penisola: il MOSE. I veneziani ci raccontano anche di incomprensibili tagli al Centro Previsioni e Segnalazioni Maree di Venezia, l’unico in grado di garantire un monitoraggio efficace delle maree.
Ovviamente i cambiamenti climatici e le previsione future di innalzamento permanente dei mari non ci restituiscono un dato confortante.
Tutti questi elementi ci suggeriscono una sola cosa: la politica continua a non dare le giuste priorità alla cura e al mantenimento dei territori, preferendo spendere miliardi di euro in opere inutili (MOSE) piuttosto che mettere in campo una serie di azioni forse meno redditizie per i soliti noti, ma utili ed efficaci.
Nel frattempo le persone muoiono a Venezia e i danni alle abitazioni e ai beni culturali ed artistici sono incalcolabili.
Tieni duro Venezia!