Una battaglia triste in cui si vede il bosco, la propria terra ardere. Allo stesso tempo una battaglia combattuta in modo feroce e determinato, casa per casa, metro dopo metro, con le lance e gli idranti, con le pale i rastrelli, ed ogni mezzo occasionale. Senza tregua per anche 48 ore di fila senza interruzioni.
Quella di Bussoleno in particolare, come la battaglia dell’Argiassera, frazione a nord del paese, domenica sera, data quasi per persa ed evacuata, ma vinta nella notte a colpi di lancia e pala dalle squadre locali degli anti incendi boschivi, dagli abitanti che tenacemente sono rimasti a lottare.
Nella disperazione del momento, nel vedere la natura piegata, la gioia dell’aver scelto la lotta, sul campo e di persona. Oggi, per difendere la terra in cui si è nati e che si ama, dalle fiamme, ieri e domani da chi vuole distruggerla speculando e riempiendola di cemento.
I bilanci delle spese li lasciamo per domani, di come si sarebbe dovuto investire il denaro pubblico, dei tanti canadair che si sarebbero potuti comprare al posto di un F35, o dei tanti tagli alla pulizia boschiva per far posto di una inutile galleria.
Oggi vogliamo addormentarci così, con la gioia di aver combattuto pensando agli ignavi col culo pesante che stanno a Torino e a Roma a governare e che un’esperienza così, tragica, forte e vera non la vivranno mai.
Un grazie di cuore alla Valle che Resiste, a chi ha pensato a questa terra da lontano sentendo del fuoco e a chi è corso da lontano per aiutarci.