Di Fabrizio Salmoni per Valsusanotizie.it -Davanti alla sala strapiena del centro polivalente di Caprie, il sindaco Paolo Chirio affiancato dai suoi assessori e dai tecnici della Comunità Montana (in platea anche Sandro Plano e vari amministratori) ha spiegato ai cittadini i progetti Telt per distribuire lo scavato del cantiere di Chiomonte nelle cave di Caprie, opportunamente già ampliate allo scopo, nel resto della Valle e oltre fino a Torrazza Piemonte. Nessuna ipotesi campata per aria ma la cruda disamina dei documenti del “nemico” da cui si delineano ipotesi di scenari devastanti per il territorio e per la salute.
Il presupposto da cui si parte è l’estrema spregiudicatezza di come si muove Telt: in breve, fanno quello che vogliono in barba a qualsiasi normativa e nel nome della negazione totale della trasparenza. Significativo a questo proposito il capitolo dei monitoraggi ambientali in Val Clarea che non sono stati fatti ante operam come pretendono normativa e prescrizioni Cipe ma a cantiere già installato e operante. Dal 2011 i monitoraggi sono stati effettuati concordemente con l’Arpa a scadenza biennale e le risultanze, applicate su parametri massimi, difficilissime da ottenere malgrado i tanti esposti e tentativi di averne informazione anche da parte istituzionale (leggi Cinque Stelle). Le risposte Telt sono dei rinvii eterni ed è evidente il tentativo di arrivare alla fase del progetto esecutivo (tuttora mancante) che renderebbe le informazioni protette dalla Legge Obiettivo e quindi definitivamente non divulgabili.
Sotto accusa in quanto giudicato improbabile, cosi come redatto, anche il progetto di smaltimento dello scavato che prevederebbe nastri trasportatori presumibilmente dallo scalo ferroviario di Condove. attraverso la valle, sopra il castello del Conte Verde fino alle cave di Caprie (un’ulteriore infrastruttura ad alto impatto ambientale).
I tencici ritengono molto più probabile e fattibile da ogni punto di vista un trasporto via camion (hanno costruito una diramazione stradale ad oggi non utilizzata, dal cantiere di Chiomonte) almeno da uno scalo ferroviario alle cave ma tale movimentazione implicherebbe comunque un’ingente dispersione di polveri nocive (Pm 2,5 e Pm 10) nell’ambiente circostante.
Svelate anche alcune “furbate”, attribuite con buona probabilità all’ex direttore del Ministero Infrastrutture Incalza, inquisito per le malversazioni sulle Grandi Opere, sul programma di compensazioni (sempre riferite dai politici al 5% ma dai documenti del Cipe ridotte al 2%): scorporare alcune opere dal progetto per conteggiarle come extra.
Nell’insieme, un futuro da incubo per i valsusini, un futuro di totale devastazione e di nocività che fa seriamente preoccupare e richiede mobilitazione fin da subito per evitare lo scenario peggiore a cui nessuno vuole pensare: uno spopolamento indotto per poter fare della valle un territorio in cui i devastatori abbiano finalmente campo libero per disporne a piacimento, senza interferenze. Quello che è certo ormai, vista l’apparente noncuranza con cui Telt trascura e viola scadenze e prescrizioni è che la Torino-Lione deve diventare per gli speculatori la Salerno-Reggio Calabria del Nord per poter saccheggiare più a lungo possibile le finanze pubbliche e per alimentare un sistema di potere politico criminale e parassitario.
L’assemblea pubblica di Caprie è probabilmente la prima di una serie di interventi informativi che si dispiegheranno in Valle nel prossimo futuro con l’obiettivo di mobilitare la gente e sollecitare la vigilanza su tutti i siti che potrebbero ospitare lo scavato del Tav, come per esempio le cave di Caselette da tempo sotto stretta osservazione dei cittadini. (F.S. 24.10.2015)