Ieri la procura della Repubblica ha notificato gli ennesimi provvedimenti restrittivi verso due no tav: Elena di Bologna e Luca di Vaie. Ennesimo tentativo di criminalizzare una lotta popolare che rispediamo senza indugi al mittente.
Parliamo di un ragazzo di venti anni incensurato, un normale giovane della Valle che il 3 luglio era nei boschi della Clarea insieme a tanti suoi coetanei valligiani e non. Era li non a divertirsi, ma a respirare gas lacrimogeni e schiviare candelotti lanciati ad altezza uomo, Era lì perchè crede che il tav, oltre a devastare la terra in cui vive, gli ruberà anche quel poco di futuro che i nostri governanti stanno piano piano togliendo a tutte le nuove generazioni. Ed era lì per dire che quel cantiere non lo vogliamo.
Alla procura di Torino continueremo a chiedere come sia possibile tanto impegno nell’indagare sull’estate 2011 dei no tav e invece sui pestaggi del 3 luglio, sui candelotti sparati ad altezza uomo (tutto documentato) sui presidi bruciati, sulle auto date alle fiamme, tutto tace.
In più, sempre quella Procura della Repubblica lo sa che alcune delle foto che sono servite dagli inquirenti per compilare i dossier fotografici verso i denunciati sono state scattate da componenti della famiglia Lazzaro?…quelli arrestati più volte per truffe, tangenti, appalti truccati, fallimenti pilotati e in ultimo coinvolti nell’inchiesta Minotauro. E Caselli, tutto integrità e giustizia, non dice nulla sulle ditte coinvolte a lavorare a Chiomonte?
Luca libero, liberi tutti