di Maurice de Las Ramaas da quieora.ink
In questi giorni con il Campeggio Studentesco No Tav, a Venaus, e la serata di fuochi e Resistenza alla centrale di Chiomonte, si conclude l’estate in Valle.
Un’estate che ha visto migliaia di persone arrivare nei terreni a Venaus nel luogo dove doveva sorgere il cantiere tav nel 2005 ma che, grazie al popolo No Tav, l’8 Dicembre dopo diverse giornate di lotta che hanno coinvolto tutta la Valle, si è riusciti a liberare cacciando truppe di occupazione e devastatori vari. Si è cominciato a Giugno con l’Hackmeeting di Venaus, e la sesta edizione di “Una montagna di libri nella Valle che Resiste” a Bussoleno, con momenti comuni tra le due iniziative e con i No Tav della Valle che hanno incontrato l’esperienza degli hackers e mediattivisti. Si è discusso delle schiavitù volontarie della rete, che consumano ogni giorno un pezzo in più della nostra libertà, per analizzare assieme le tecnologie che utilizziamo quotidianamente, come cambiano e quali stravolgimenti inducono sulle nostre vite reali e virtuali. Si è parlato di controllo, intercettazioni, spionaggio e intrusioni informatiche e delle sperimentazioni realizzate in Valle in anni e anni di occupazione militare.
A Bussoleno tra presentazioni di riviste di lotta e critica del territorio e di libri, sia saggi che romanzi, si è discusso: dei cortei di testa, della lotta No Tav e della ZAD di Notre-Dame-des-Landes, dei nuovi volti dei movimenti sociali, della necessità di collegare le lotte, del ruolo dell’immaginario nel conflitto, del ruolo degli intellettuali, la narrazione tossica, il ruolo del territorio e della comunità. Tutti temi che, arricchiti e maggiormente sviluppati con i temi dell’abitare i territori, la destituzione, l’esperienza di autogoverno in Rojava e il confederalismo democratico, la jineoloji e l’attualità del movimento delle donne curde, si sono svolti nel 18° campeggio No Tav dal 7 al 23 luglio, sempre a Venaus.
Gli stessi ed altri argomenti si sono riproposti in tutti i dibattiti con gli autori di libri presenti nelle giornate del Festival ad Alta Felicità, con una partecipazione (in quantità e qualità) che ha lasciato tutti favorevolmente stupiti. Le iniziative che hanno prodotto i vari dibattiti e la socialità generale e che hanno caratterizzato questa estate non sono mai stati estranei al conflitto in atto con i devastatori del territorio e le truppe di occupazione. Questo, nei giorni del Festival ad Alta Felicità, si è realizzato con le gite sul territorio per far conoscere la storia del movimento, visite ai presidi, i sentieri partigiani, i danni prodotti dall’opera, la mostruosità del cantiere, coinvolgendo così migliaia di persone agli ideali della nostra battaglia. Le altre iniziative, da Una montagna di libri al campeggio degli studenti No Tav, si sono collegate con le varie pratiche di disturbo al cantiere e alla lotta per la libertà di movimento sul proprio territorio, in Valle come ovunque, senza fili spinati o controlli di documenti, senza zone rosse e frontiere come si e’ fatto L’8 luglio con la marcia No Tav verso la Clarea.
L’estate ha visto quindi una partecipazione dei tanti tante e che sono venuti in Valle per le varie manifestazioni e iniziative, ai vari appuntanti di lotta del movimento no tav come l’aperipranzo alla Colombera e l’apericena alla Centrale di Chiomonte e le varie passeggiate in Clarea. Alcune serate, hanno visto le solite reazioni spropositate da parte delle forze di occupazione con il lancio di lacrimogeni e getto di idrante, alle quali si sono contrapposte i fuochi e la giusta resistenza popolare.
Questo insieme di soggetti che hanno popolato la Valle in questa estate con i mega numeri dei giorni del festival e una buona presenza nel corso degli altri appuntamenti, hanno costruito tutti insieme, un’alchimia difficile da descrivere, ma che ci ha parlato di andare oltre i ruoli di organizzatori e fruitori, di condivisione, autorganizzazione e autogestione, di valorizzazione del territorio, di festa, di momenti di socialità, di canti, fuochi, musica, di energia, di sorrisi, di saper fare. Quel saper fare in cooperazione che ha permesso la riuscita del Festival gratuito e resistente, grazie alla partecipazione attiva di centinaia di valligiani e di volontari in uno spirito generale di condivisone.
Un’estate in cui nelle camminate al cantiere, in un concerto, cucinando, nelle chiacchiere notturne, nella notte dei fuochi, si è sentito quel vento delle Alpi che arriva da lontano, dalle lotte contro l’impero Romano e non solo, ai 700 anni di lotte Occitane, dagli Escarton alle reti di solidarietà e comunanza nei boschi e nei villaggi, dalla Resistenza al movimento degli anni ’70. Un’estate di Comunità in costruzione. Un’estate in cui si parte e si torna insieme, sotto la pioggia o in marcia verso il cantiere.
Senza divisione tra giovani e anziani, tra buoni e cattivi, come quando di fronte alla narrazione tossica del potere, dopo la giornata del 3 luglio, si rispose in coro “siamo tutti black block”. Un’estate che afferma l’importanza e il piacere dello stare insieme, del fare/costruire come realizzazione collettiva e personale e non per il profitto, ma altresì conferma come non ci potrebbero essere i vari spazi di socialità, di festa, di cultura senza conflitto, come non c’è festival, partecipazione, non c’è alternativa senza conflitto.
Ora l’ arrivo del prossimo dell’autunno indica i prossimi obiettivi su cui condividere e confrontarsi quali le iniziative contro il il G7 a Venaria e nella lotta No Tav in Valle, il contrasto all’estensione del cantiere agli espropri a Susa e Chiomonte e al trasporto dello smarino a Salbertand e in giro per la Valle. Sarà importante portare con noi l’esperienza di questa estate e in questa Comunità che si fa Umana nella condivisione e nel conflitto, le tante e i tanti che erano con noi in questa estate, ai campeggi, nei giorni del festival ad alta felicità, nelle danze, nelle notti al cantiere, nei sorrisi complici, nei fuochi, ci auguriamo di rincontrarli nei prossimi appuntamenti per estendere insieme la lotta in tutto il paese e in tutto il pianeta.