Questo pomeriggio un gruppo di No Tav è partito da San Giorio per andare a vedere a che punto sono arrivati i lavori di devastazione dell’unico polmone verde della bassa valle.
I/le No Tav hanno percorso i sentieri adiacenti ai campi fino ad arrivare alle recinzioni che circondano il nuovo cantiere di San Didero.
L’arrivo dei/delle No Tav si è subito contraddistinto da una battitura rumorosa e sonante. In poco tempo le forze di polizia hanno sfoderato l’idrante che con folti getti d’acqua ha cercato di respingere i/le manifestanti che con determinazione non hanno interrotto il battere delle recinzioni.
Jersey in cemento, ferro retrosaldato e filo spinato israeliano, sono la prova plastica dell’ingiustizia che in Valsusa celebra la devastazione ambientale provocata da Telt, per la costruzione del nuovo autoporto.
Solo che le/I No Tav sono donne e uomini estremamente determinate/i tant’è che alcuni rampini, corredati di lunghe funi, sono stati agganciati alla concertina che con qualche giusto tiro è venuta giù portandosi dietro il secondo gruppo di concertina che costituiva l’alta recinzione.
Quella di oggi è stata una prima e piccola iniziativa che ha permesso di capire, che ancora una volta, il loro fortino si regge su colonne di sabbia che il nostro profondo amore per la terra e per il futuro potrà riuscire a mettere in crisi senza troppe difficoltà.
Una nuova giornata di lotta è stata scritta nella storia.
Avanti No Tav!