Nonostante i toni ottimistici dell’articolo uscito lunedì scorso su La Stampa rispetto all’area di Salbertrand che dev’essere bonificata per poi veder costruita la fabbrica dei conci – i tocchi di cemento che serviranno a foderare l’interno del tunnel ferroviario fusi con altro materiale, ossia con lo smarino derivante dagli scavi della talpa – la realtà sembrerebbe un po’ meno “rosea”.
Già a settembre 2020 scrivevamo qui “La stima di Telt parla di un tempo che varia tra il 2024 e il 2027 per completare i lavori sui rifiuti a Salbertrand (ed ipotizziamo eventuale bonifica, poiché non è ancora noto cosa esattamente sia sepolto là sotto), tempo non utile per ospitare il materiale che dovrebbe essere estratto dalla galleria dal 2022 e lavorato nella fabbrica di conci prevista sempre a Salbertrand”.
Seppure Telt abbia dovuto mettere di tasca sua (ossia nostra) i soldi per ripulire parte dell’area per dare una smossa ai lavori in Alta Val di Susa, gran parte dei terreni rimane ancora da bonificare. E si parla di una superficie pari a 15 campi da calcio, non di bazzecole. Al momento la società promotrice del TAV cerca delle exit strategy, dal piano di emergenza alla messa a bando per la bonifica.
Ad oggi i lavori di Telt sono durati più di tre mesi per un costo di 3,8 milioni senza per altro che gli abitanti della Val di Susa siano rassicurati quanto all’effettiva messa in sicurezza di questa prima porzione dell’area interessata dai lavori visto che la ditta che ha vinto l’appalto è già coinvolta in scandali ambientali. Ma il peggio deve ancora venire. Perché nella parte non ancora bonificata sorge una montagna di amianto, accumulata da Itinera spa e già posta sotto sequestro per abuso ambientale. In sostanza, nelle aree di competenza di Itinera e Gorlier, un’altra ditta che usava quella porzione di terreno come deposito, occorre rimuovere in sicurezza ben 80 mila metri cubi di materiali. Nei preventivi di Telt si parla di quasi 500 mila euro di oneri per la sicurezza. Il Comune di Salbertrand ha già ricevuto dalla Città Metropolitana 184 mila euro per finanziare lo smaltimento dei rifiuti su quest’area, ma Telt avendo fretta, ha pensato di mettere a bando il servizio per un valore di 34 milioni di euro per chi bonificherà l’area, trattandosi di materiale pericoloso e inquinante. Chi lo vincerà? Difficile a dirlo, in ogni caso Itinera è stata già premiata per il suo comportamento esemplare con un nuovo contrattino nel cantiere del TAV.
Ovviamente, la famosa fabbrica dei conci per funzionare avrà bisogno di accessi ed opere connesse. È quindi previsto un nuovo svincolo Autostradale sulla A32e e un ponte sulla Dora per far transitare i TIR coi materiali di scavo! Nonostante Telt rassicuri e scriva che queste nuove colate di cemento verranno smantellate (?) quando non ve ne sarà più bisogno (dunque a opera finita? Sembra una barzelletta per come stanno ad oggi le cose) è molto più realistico pensare che, una volta costruite, rimarranno a a deturpare un’altra parte della nostra amata Valle. Per non parlare di cosa significherebbe il costante passaggio di camion per le strade della Val Susa che trasporterebbero prima i materiali scavati dalla talpa e poi i conci per il tunnel. Un aumento insostenibile del traffico e un aumento esponenziale delle emissioni di CO2.
È evidente che questi lavori implicheranno altresì ulteriore militarizzazione del territorio. Telt ha già annunciato che l’area in cui sorgerà la fabbrica sarà completamente recintata dai soliti jersey in cemento armato e filo spinato per evitare qualsiasi protesta da parte degli abitanti..
Insomma nonostante i proclami, i lavori che riguardano un’area come quella del Gran Bosco di Salbetrand, collaterale ma decisamente indispensabile per com’è stata progettata l’opera del Tav e il suo conseguente “smaltimento” dei materiali, per la maggior parte tossici, non sono affatto a buon punto. La strada davanti a Telt è ancora tanta e sicuramente in salita. Che i signori del TAV si mettano il cuore in pace, di altamente veloce non c’è proprio nulla.