Tra i primi commenti giunti ci teniamo a riportare uno scritto di Giorgio Cremaschi presente a questa due giorni di cortei e mobilitazioni
Quella del 19 ottobre è stata una delle più belle e più grandi manifestazioni degli ultimi anni. E anche una vera manifestazione di popolo, fatta di decine e decine di migliaia di giovani, di migranti, di donne e di militanti dei movimenti sociali e di quelli ambientali, di lavoratori e pensionati.
Se la si collega, come è stato deciso dagli stessi promotori, con quella del 18 ottobre per lo sciopero dei sindacati di base, vediamo delineato un possibile blocco sociale antagonista, che rompe le barriere tra generazioni, tra lavoro precarietà disoccupazione e reddito, tra diritti sociali e ambiente. E si comincia a sentire anche una maturazione di obiettivi politici, con la rivendicazione democratica di decidere mentre si individuano come avversari diretti l’Europa dell’austerità e i suoi governi, da noi quello voluto da Giorgio Napolitano.
Chi condivide molti obiettivi sociali e politici di questi movimenti, ma non è venuto per settarismo o supponenza aristocratica, farà bene a dirsi che ha sbagliato.
Infine c’è da ridere nel vedere la vergogna della grande informazione italiana, davvero ridicola espressione del palazzo . Tutti i grandi mass media hanno annunciato la manifestazione del 19 ottobre come un mattinale della questura. Poi, nonostante ci siano stati meno incidenti che in una normale partita di calcio, han cancellato la forza. la bellezza, la freschezza di una manifestazione, ove per la prima volta le famiglie dei migranti sfilavano con i bambini, e han gonfiato all’inverosimile piccolissimi episodi.
Ancora una volta la grande informazione si conferma come parte della crisi della nostra democrazia. Ma la manifestazione del 19 ottobre dimostra che si può ripartire lo stesso. Senza esaltarsi troppo e consapevoli di tante tante difficoltà, si riparte.