di Gigi Richetto – La giornata del 26 gennaio 2012 rappresenta un grande e positivo salto di qualità, per il Movimento No Tav, la Valle e tutti i movimenti e cittadini in lotta per la dignità. Dimostra fisicamente che la popolazione sempre più non accetta la speculazione mafiosa puntellata dalla violenza militare, la svendita dello stato, il ricatto sul futuro per giovani e pensionati, la presa in ostaggio di ambiente e persone. Le manganellate ai pescatori o ai pastori, la restrizione dei diritti sindacali nei confronti degli operai, il tentativo di golpe sull’acqua pubblica e sui beni comuni, sono provocazioni pesanti come quelle ai Valsusini. I ricatti contro i camionisti sono ferite contro i lavoratori e il paese, che alimentano ancor più l’indignazione popolare. La militarizzazione come pratica imposta dalle lobbies dei banchieri, l’uso di armi chimiche, vietate in guerra e impiegate in tempo di pace contro i propri cittadini, sono oscene come l’abbraccio di Osvaldo Napoli a Cosentino o gli arresti di Mario, Giorgio e Guido. Per questo ieri sera, nella immensa fiaccolata di Bussoleno si vedevano di nuovo tutti, famiglie, amministratori e bande musicali, bambini che appendevano disegni e scritte no tav dai balconi, vetrine illuminate dalle luci della solidarietà e striscioni che ricordavano che “La Valle non si arresta!”, che una comunità solidale non lascia indietro nessuno e sa abbracciare ogni gesto di giustizia, da Torino, a Roma a Palermo. Chi ha avuto tempo di seguire i telegiornali si sarà reso conto immediatamente di almeno un paio di elementi: la loro paura, menzogna e ignoranza, che strideva miseramente a fronte della nostra serena determinazione, che sa stringere i cittadini in un abbraccio compatto e giusto a fianco di chi viene colpito perchè vuole dignità e rispetto. Con questo spirito, sereno, determinato, pacifico, prepariamo la grande manifestazione di sabato a Torino e continuiamo a inventare strumenti intelligenti per rivolgersi a tutti e smontare l’inutile e dannosa “grande” opera, che rischia di travolgere, con l’incremento del debito pubblico, tutto il paese, non solo la Valle!