da Spinta dal Bass – Continua la “campagna simpatia” di LTF, bisognosa di ridare smalto alla sua immagine aziendale. La Stampa di oggi dà ampio risalto alla nuova iniziativa: un tour turistico nel cantiere di Chiomonte. Per aumentare la trasparenza, dicono. Avremmo preferito che quel condivisibile obiettivo si sostanziasse nella pubblicazione completa dei dati ambientali, dei costi e degli appalti, ma tant’è.
Nell’attesa, offriamo volenterosi un contributo per la buona riuscita della pittoresca proposta. E’ importante che i visitatori siano bene informati di ciò che andranno a respirare, altrimenti – trovandosi nel bel mezzo di una valle alpina – potrebbero essere tentati di inalare aria a pieni polmoni. La Maddalena è pur sempre uno stabilimento operoso, che sposta enormi quantità di terre e rocce da scavo, utilizza materiali pericolosi, produce inevitabilmente polveri e inquinanti.
Il piano di monitoraggio ambientale prevede di controllare in modo puntuale la qualità dell’aria mediante un contaparticelle, uno strumento sofisticato che ogni ora registra la concentrazione delle polveri sottili. Siamo in grado, avendone studiato i risultati, di consigliare i momenti della giornata in cui è meglio non respirare l’aria della zona. Prendiamo il grafico delle medie orarie del PM10 rilevate nell’ultimo mese, dal 21 novembre al 21 dicembre 2014. La linea rossa indica il limite di legge per la concentrazione annuale del PM10 (il metodo normato per determinare questa media è quello gravimetrico).
Il nostro consiglio per le visite turistiche in cantiere è semplice: se possibile evitare le gite al pomeriggio, quando le concentrazioni di polveri sono più elevate. Nel periodo considerato la media oraria dei valori del PM10 alle 14 è stata 53µg/m3, con un picco di 228µg/m3 il 15 dicembre. Alle 15 la media è stata addirittura di 69µg/m3, con un picco di 357µg/m3 lo stesso giorno (cosa avranno mai combinato quel lunedì?). Alle 16 invece la media è di 45µg/m3, con un picco di 118µg/m3 il 21 novembre. Allora è meglio entrare di mattina?
Purtroppo non è una garanzia sufficiente, e anche la notte può riservare sorprese. Per esempio il 26 novembre il contaparticelle ha rilevato 122µg/m3 alle 7 e 141µg/m3 alle 8. Due giorni dopo all’1 di notte c’erano 137µg/m3 saliti poi a 170µg/m3 un’ora dopo. Insomma, non si può mai stare tranquilli!
Questi sono valori tipici di una inquinata metropoli, non di una ventilata valle alpina. Se proprio il turista desidera una passeggiata rigenerante, può trovare luoghi sicuramente più salubri e decisamente più ameni. La Val Susa è piena di tesori, di arte, di storia e di ambienti incantevoli. E i giornalisti le renderebbero un miglior servizio se ne raccontassero le bellezze anziché riportare i bollettini dell’ufficio stampa di LTF.
Come dimostrato, i dati sono tutti reali, purtroppo. Forse è meglio prenderla con ironia, non potendo reputare serio chi prova a rendere un cantiere un’attrazione folkloristica. Certo, è comprensibile che LTF cerchi di rimediare alla penalizzazione che da oltre tre anni infligge agli automobilisti, turisti in primis, con il suo svincolo privato che impegna pericolosamente una corsia autostradale (su due, e in galleria!). LTF – anziché farsi venire idee geniali – dovrebbe cominciare a rendere pubblici integralmente i dati ambientali, interni ed esterni alla zona occupata. E dovrebbe divulgare senza reticenze i costi e gli appalti, perché tutto quel che fa, non dimentichiamo, è pagato con soldi pubblici. Anche le gite turistiche.
P.S. Il nostro pensiero compassionevole va a tutti coloro che – per servizio e senza protezione alcuna – quell’aria la respirano tutti i giorni a tutte le ore. Sappiamo che sono “usi a obbedir tacendo” ma speriamo, per il loro bene, che almeno leggano.