Torino ha un sindaco, anzi una sindaca notav: Chiara Appendino.
All’ 1.40 di questa notte una bandiera No Tav viene calata dal balcone del Comune di Torino mentre altre, a decine, sventolano in piazza Palazzo di Città.
Questa immagine suggestiva ci restituisce, parzialmente, la potenziale portata dell’esito delle amministrative cittadine, con il PD e il sistema torino che fanno le valigie dopo decenni di dominio incontrastato e cedono il passo ad una nuova forza politica. Inutile dire che vedere le piaghe dell’amarezza sul volto di coloro che per decenni a Torino hanno sostenuto la costruzione della Torino-Lione e ci hanno combattuti con tutte le forze in loro possesso è un qualcosa che, oggi, ci fa ridere di gusto.
Sappiamo bene come il Tav, e tutta la politica delle grandi opere inutili, sia un meccanismo di profitto sostenuto dal governo, ancora in mano a Renzi e al Partito della Nazione, ma i segnali che arrivano dalle altre città d’Italia fanno sperare che il meccanismo si stia finalmente inceppando e che, prima o poi, si apriranno decisivi spazi di cambiamento.
Siamo anche consapevoli che, in quanto movimento No Tav, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, il movimento popolare, e a lottare senza fare mai un passo indietro, forti di tutta l’esperienza che abbiamo accumulato e attenti a tutto quello che ci si muove intorno, non rinunciando a nessun campo di battaglia ci si presenti.
A chi ci critica per sport diamo un contentino, ribadendo anche in questo caso che la nostra lotta non ha mai dato deleghe a nessuno ( e mai lo farà), e che la nostra bandiera ha impresso il lungo percorso fatto con le mille anime del nostro movimento e ci ricorda, oggi come ieri, che la strada da fare è ancora lunga, in salita e faticosa.
Vedremo se Torino uscirà, alla luce del voto, fuori dall’osservatorio, anzi lo auspichiamo.
Il nuovo sindaco ha dichiarato poche ore fa che andrà alla prima riunione del tavolo con le ragioni del No e dopodiché la città uscirà dall’Osservatorio.
Ci aspettiamo che Torino dica chiaro che non investirà, nè economicamente nè politicamente sul Tav, e saremo pronti a gioire per ogni segno di discontinuità rispetto al passato, ma anche pronti a contrastare tutto ciò che invece manterrà il sistema di potere.
Se i nuovi eletti nel torinese sapranno mantenere la “barra dritta”, personaggi come Foietta e Virano, piangendo lacrime amare, dovranno ragionare su una Torino-Lione che alla luce dei governi della valle, si trasforma sulla mappa in una Milano-Sant’Antonino di Susa-Lione (con una Francia tutt’altro che determinata a dare priorità all’opera).
Esposito, prima assessore a Roma poco prima delle elezioni e dirigente del PD Torinese, ha mostrato il suo volto triste e dimesso in televisione…fa quasi pena, ma non lo consoleremo.
Martedì in assemblea popolare al Palanotav ci ritroveremo per organizzare un’altra importante estate di lotta che ci vedrà impegnati a contrastare il cantiere e a immaginarci un autunno conflittuale.
Noi siamo fatti così.
Avanti No Tav!