Il consiglio comunale di Torino ha approvato oggi la mozione No Tav che chiede la sospensione dell’opera, la dimissione dei vertici di Telt e del commissario straordinario di governo e la conversione dei fondi al territorio e alla mobilità sostenibile.
Posizione nota già da tempo quella della componente grillina al governo della città di Torino, non a caso nel 2016 la Città era uscita dall’osservatorio con chiare dichiarazioni in merito.
Imbarazzante è stato invece il piccolo e piuttosto grottesco tentativo di contestare questa decisione da parte Confindustria, Pd, Forza Italia e quei sindacati nemici dei lavoratori (e amici dei padroni) come Cisl e Uil che raccogliendo tra gli 8 e i 10 tesserati a testa si sono presentati sotto al Comune per fare il verso ai No Tav e sbandierare cartelli freschi di stampa.
Insistiamo sul termine grottesco, perché a vederli chiunque si sarebbe fatto una risata oltre a chiedersi “ma davvero stanno facendo una cosa così?”
Mentre fuori dal comune si consumava questa rappresentazione, dentro i consiglieri di minoranza del PD hanno inscenato una protesta coi cartelli (di cui mostriamo una foto del fu Fassino in galleria) guadagnandosi l’espulsione dalla sala rossa per poi decidere di non rientrare una volta finita la punizione.
La discussione in aula si è consumata quindi abbastanza rapidamente, coi consiglieri grillini che hanno rafforzato le ragioni della mozione e pochi rappresentanti di destra che hanno sciorinato un po’ di scadente retorica senza riuscire a portare neanche una ragione concreta al loro sostegno al Tav. Noiosamente politicisti, non politici come detto da qualcuno, di sicuro grotteschi tanto quanto i pochi sostenitori delle grande opere inutili e dei corridoi morti.
Ci chiediamo con che faccia i sopra citati sindacati, partiti e Confindustria, mentre abitanti questo paese muoiono per la pioggia, gridino allo scandalo.
Ci chiediamo come alla luce di questo ennesimo disastro non si riesca a capire che i soldi pubblici vanno investiti dove serve veramente, per la messa in sicurezza dei territori, per la creazione di lavoro, per la salvaguardia del futuro di tutti e tutte.
Oltre ad aver già visto i danni che le “classi dirigenti” bipartisan hanno fatto al paese in questi anni, ci chiediamo anche quali lezioni pretendono di dare a chi, come la Valsusa, lotta per fermare l’ennesimo spreco dal quale avrebbero da guadagnarci, evidentemente, solo loro e i loro amici.
Finiranno, noi crediamo, nell’unico posto in cui meritano di stare…la pattumiera della storia.
Molto più pacificato, anche se lamentoso, appare Foietta (commissario straordinario di governo sulla Torino Lione) che oggi in un intervista su un quotidiano nazionale reputa quasi concluso il suo impiego oltre che tutta l’opera, spiegando come a Roma in realtà abbiano già deciso per questa direzione.
Noi non possiamo sapere cosa accadrà da qui a qualche tempo, quello che possiamo dire è che il pomeriggio di oggi è sicuramente un ulteriore passo avanti di questo quasi trentennale cammino.
Siamo forti delle nostre ragioni e a prescindere da cosa decideranno altri sappiamo che non molleremo mai.
Avanti No tav, fino alla vittoria!