La solidarietà continua a farsi sentire forte e chiara da tutta Italia. Stamattina, sotto al Ministero di Grazia e Giustizia, si è svolta un’iniziativa in solidarietà a Dana e ai No Tav coinvolti nei processi e sottoposti a misure cautelari assurde in tutti questi anni. Segue comunicato da Magno, bevo e lotto contro ‘sto treno
Oggi, 7 ottobre la Rete No Tav Roma ha manifestato con un blitz comunicativo davanti al Ministero di Grazia e Giustizia aprendo uno striscione con scritto DANA LIBERA, ORA E SEMPRE NO TAV, distribuendo volantini e parlando con i passanti.
Molt* dei presenti agitavano megafoni giganti e megafoni veri per ricordare la causa dell’arresto, il 16 settembre scorso, di Dana Lauriola. «Siamo davanti a questo Ministero che dovrebbe garantire la giustizia mentre invece garantisce il privilegio di pochi e la repressione per chi resiste e lotta per un paese migliore. Chiediamo libertà immediata per tutt* gli arrestati nella lotta popolare contro il raddoppio della linea Torino-Lione. Dana Lauriola è in carcere per le proprie idee, per aver manifestato in modo pacifico senza arrecare danno a cose o persone, deve essere liberata subito» hanno dichiarato alcuni di loro.
«Il caso di Dana è emblematico. Siamo qui in solidarietà con lei e con tutt* coloro che sono stati colpiti da misure cautelari e repressive, in questo caso ancor più assurde, essendo stati criminalizzati per aver tenuto aperto un casello autostradale con uno striscione e un megafono.»
Le attiviste hanno ricordato che molte organizzazioni nei giorni scorsi hanno manifestato solidarietà e vicinanza con il caso di Dana Lauriola. Amnesty International il 22 settembre ha dichiarato «Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione nonviolenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali » Mentre Greenpeace ha scritto il 30 settembre «Tale atteggiamento mostra la profonda paura che lo Stato, nelle sue varie articolazioni, ha per coloro che esprimono opinioni non conformi a quelle ufficiali. Questo è gravissimo ed è esattamente l’opposto di ciò che deve essere una democrazia che si basa sulle libertà fondamentali che sono parte intoccabile ed indiscutibile del contratto sociale sotteso al vivere civile di uno stato di diritto e non di polizia.»
Gli attivisti hanno ricordato le ragioni che hanno portato il tribunale di Torino a negare pene alternative alla detenzione a Dana, cioè il suo aver continuato il suo impegno nella lotta No Tav e aver deciso di vivere a Bussoleno.
“La decisione del tribunale di Torino ricorda regimi oppressivi e totalitari come quello turco o egiziano. Vivere in una Val di Susa, fare politica, credere in una lotta sono aggravanti di pena che determinano il carcere. Questo è abominevole e inaccettabile per un paese che si definisce democratico.»
«Ricordiamo che l’inquilino di questo palazzo, il ministro Bonafede, appartiene a quel partito, il M5S che per anni si è proclamato a fianco del movimento No Tav e che ora, senza dignità, accetta che si continuino i lavori per l’opera, che una parte del denaro del Recovery Fund venga destinato all’opera e che attiviste come Dana subiscano una persecuzione giudiziaria di stampo dittatoriale. Il M5S può solo vergognarsi per la propria ignavia e codardia»
“In questi giorni inoltre, in cui proprio il nord ovest ha subito perdite di vite umane e gravissimi danni a causa delle forti piogge, urge fermare questa opera dannosa e anacronistica per destinare i fondi alla messa in sicurezza del territorio, sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici e delle scelte scellerate delle amministrazioni”
Alla fine della azione di protesta gli attivisti si sono allontanati in manifestazione fino alla vicina Campo de’ Fiori, e hanno fatto una foto con Giordano Bruno, bruciato vivo 420 anni fa per il suo pensiero libero. Dopo più di quattro secoli, in Italia, si incarcerano ancora le persone per le proprie idee.
RETE NO TAV ROMA