Abbiamo appreso qualche giorno fa sui giornali la notizia di un’indagine, partita un anno fa a seguito dell’edizione del Festival Alta Felicità 22, che ha portato sul banco degli imputati il sindaco di Venaus, Avernino Di Croce, No Tav di lunga data, indagato con l’accusa di abuso e omissione di atti d’ufficio. Nelle veline sfornate dalla procura si legge che l’indagine riguarda presunte mancanze di sicurezza durante il festival, in particolare il fatto di non aver comunicato alla questura nomi e cognomi delle ragazze e dei ragazzi addetti alla sicurezza.
Quello che leggiamo sui giornali è di assoluta gravità nel momento in cui, nelle polpette avvelenata servita ai giornali, non si manca di evocare terroristicamente il fantasma dei fatti Piazza San Carlo del giugno 2017, per i quali la ex sindaca Chiara Appendino ha ricevuto una condanna a 1 anno e 6 mesi. Eventi tragici in cui la questura di Torino, all’origine di questa “inchiesta” e delle mille altre contro il movimento no tav, porta un’enorme responsabilità e che sono lontanissimi dalla realtà di Venaus.
Crediamo infatti che chiunque sia passato, anche solo per qualche ora, al Festival alta felicità abbia potuto toccare con mano la serietà e l’impegno con cui questo evento è stato organizzato. Non la sicurezza di paccottiglia di tanti eventi commerciali ma la sicurezza vera di un pubblico consapevole, che rispetta sé stesso e la terra che lo sta accogliendo perché sa di non essere lì per caso. Inoltre, se ce ne fosse bisogno, precisiamo che il Festival possiede un piano sicurezza redatto da professionisti con impianto di evacuazione e vie di fuga, ha dei responsabili anti-incendio e che tutte le misure sono vagliate dalla commissione di vigilanza, composta tra gli altri da ASL e vigili del fuoco, che non ha mai trovato niente da ridire ma, anzi, si è sempre complimentata per il livello di professionalità dimostrato in un evento gratuito, reso possibile solo dalla generosità di centinaia di volontari.
Ora, basta poco per capire che questo ennesimo attacco lanciato a mezzo stampa a poche settimane dall’edizione del Festival Alta Felicità 2023, abbia l’obiettivo di infangare, attaccare e manipolare una realtà popolare e di lotta esempio per tutta Italia.
Dopo anni passati a raccontare che il problema erano le manifestazioni “violente” dei No Tav, ora si attacca frontalmente un grande momento di socialità e cultura organizzato dal movimento.
Ennesima prova che a dar fastidio, come abbiamo sempre detto, è il dissenso in quanto tale: la lotta No Tav non deve esistere.
I mezzucci della Questura di Torino si spingono molto oltre il seminato in questo caso, mostrando senza remore che il comando di questo territorio, da Torino alla Val Susa, è nelle mani di un manipolo di folli che scavalcano lo stesso sistema democratico, in questo senso aggredendo in maniera senza precedenti un sindaco, amministratore del piccolo comune di Venaus che ha il pregio di essere un simbolo di dignità per la penisola intera.
Per noi bastano i fatti a dimostrare dove sta il discrimine tra un orizzonte di solidarietà e di tutela dei territori e di chi li abita e chi vuole provare il tutto e per tutto per cancellarne l’esperienza trentennale.
Sappiamo qual è la paura di questi figuri: che la determinazione, la serenità di essere dalla parte del giusto, la pratica della comunità in lotta oltrepassino i confini della Val Susa per contaminare e diventare ispirazione per altre miriadi di realtà sparse per l’Italia.
Sappiamo che ormai è troppo tardi perché questo è già avvenuto, sta avvendo e continuerà ad avvenire.
Con nel cuore la gioia della lotta e lo sguardo al futuro, quest’anno sarà ancora più importante.
Ci vediamo il 29-30-31 luglio a Venaus: a sara düra, a sara fest!
Leggi qui il comunicato ufficiale del Festival Alta Felicità 2023 : https://www.altafelicita.org/2023/07/13/festival-alta-felicita-29-30-31-luglio-2023/