Apprendiamo dal Corriere di Torino che Telt traslocherà entro fine anno. Dagli uffici di via Borsellino si sposterà, infatti, nella futura nuova sede in Corso Vittorio Emanuele. Ci sono 414 milioni e bandi per due miliardi di euro in arrivo, ma per il momento ciò che interessa a Telt è aumentare il suo organico in vista dell’ampliamento della società con la nuova Telt Ferroviaria. Questa ramificazione di Telt subappalterà i biglietti alle compagnie ferroviarie che vorranno usufruire della nuova linea ad alta velocità (se mai verrà iniziata e soprattutto ultimata, questione che al momento non è per niente scontata!). Telt Ferroviaria avrà in gestione anche la vecchia linea storica che, a loro dire, diventerà “la metropolitana europea”. Molto curioso considerando che la retorica di Telt e dei vari fanatici del Tav è proprio costruita sul fatto che tramite quest’opera l’Italia sarà collegata al resto dell’Europa come in una grande metropolitana! Che bastasse la linea già esistente lo diciamo da decenni.
Lo spostamento di sede di Telt viene anche giustificato dalla rimessa in moto dei cantieri che, “seppur rallentati dal covid, non si sono mai fermati.” Ci sarebbe da puntualizzare che proprio durante il primo lockdown lorsignori, mentre la popolazione cercava di sopravvivere a causa della malagestione della pandemia e dell’incapacità del governo di tutelare la salute dei cittadini, avevano ben pensato di procedere con alcuni allargamenti riguardanti il cantiere di Chiomonte. Forse, nella testa di chi cerca di guadagnare sulla pelle delle persone, c’era proprio stata l’intuizione di approfittarsi della situazione generale per andare avanti con i lavori. La realtà è che hanno proprio poco da affannarsi, se i lavori all’interno dei cantieri sono praticamente fermi è perché evidentemente non va tutto liscio come vorrebbero farci credere. La situazione dei terreni di Salbertrand, come scrivevamo qui, ne è un esempio.
Infine, la viceministra alle Infrastrutture, a proposito di questa fantomatica rimessa in moto dei cantieri, ha avuto anche il coraggio di parlare di “sostenibilità” di questi ultimi per il fatto che i materiali estratti dallo scavo del tunnel verranno trasformati nei conci per il suo rivestimento, proprio nella fabbrica che dovrebbe sorgere a Salbertrand, nell’area in cui sono presenti cromo esavalente e montagne di amianto ancora da smaltire. Come ben sappiamo di sostenibile, né per le risorse sprecate né per la salvaguardia dell’ambiente, in questo affare non c’è proprio niente.