A fine settembre il sindaco di Villarodin-Bourget, piccolo paese sul versante francese travolto dai lavori del TAV, ha approvato un’ordinanza comunale per vietare il transito in mezzo al paese di mezzi pesanti. Sono centinaia, infatti, i camion che stanno deturpando il comune dal momento che attraversano il centro abitato, mettendo in pericolo i bambini che aspettano gli scuola bus e generando polveri e smog.
Il sindaco non aveva però fatto i conti con i mezzi a disposizione di TELT che sono immensamente superiori a quelli di un piccolo comune alpino. L’azienda incaricata di costruire il TAV si è pagata i servizi di un ricco studio di avvocati a Parigi (coi soldi nostri, ça va sans dire) per cassare l’ordinanza comunale presso il tribunale amministrativo. Quest’ultimo ha giudicato che fermare i camion è un attentato alla “libertà d’impresa” (sic!) e che il comune non ha fornito un’alternativa alla povera TELT che avrebbe perso migliaia di euro (sic!). I camion riprenderanno quindi a sfrecciare per le strade di Bourget
Una storia che ci viene d’oltralpe ma che dovrebbe far riflettere anche i sindaci di casa nostra, magari quelli che si sono mostrati più dialoganti con la macchina del TAV. Come dimostra anche la vicenda smarino a Susa qui da noi, le amministrazioni possono fare gli occhi dolci a TELT quanto vogliono ma, a conti fatti, i signori del TAV avanzano per “forza maggiore”, fregandosene placidamente della vita degli abitanti delle valli.
A buon intenditor…