Negli scorsi mesi è venuta fuori, come succede ciclicamente, una polemica bipartisan sulla scritta che svetta sul Musiné all’ingresso della valle che recita TAV = Mafia. Oggi veniamo a conoscenza attraverso una notizia apparsa sul tg regionale che esistono nuove prove del coinvolgimento delle ‘ndrangheta nelle opere propedeutiche al TAV Torino – Lione. Secondo quanto riportato dall’articolo sarebbero nove le persone al centro dell’inchiesta condotta dai militari del ROS e del Comando Provinciale di Torino. Eseguita questa mattina, 4 aprile 2024, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, su provvedimento del G.I.P. del Tribunale di Torino.
Le indagini, condotte tra il 2014 ed il 2021 dal ROS Carabinieri e dalla Stazione Carabinieri di Leinì, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, si sono concentrate su un’articolazione territoriale della ‘ndrangheta operante in Brandizzo, Torino e provincia, emanazione delle ‘ndrine Nirta e Pelle originarie di San Luca. Il sodalizio avrebbe operato con sistematico ricorso all’intimidazione nei rapporti con i concorrenti e offerta di protezione a vittime di atti estorsivi, infiltrandosi nell’economia legale del territorio attraverso aziende di edilizia e trasporti, riconducibili al gruppo criminale, che hanno ricevuto, almeno a partire dall’anno 2014, commesse da appaltatori operanti nel settore autostradale e nella realizzazione delle grandi opere, tra cui il Tav, per svolgere lavori di manutenzione del manto autostradale e movimento terra nella provincia di Torino.
Ai domiciliari sarebbe finito Roberto Fantini, fino al 2021 amministratore delegato di Sitalfa, società controllata da Sitaf, concessionaria dell’autostrada dal 2020 nelle mani del gruppo Gavio. Lo stesso avrebbe garantito appalti e commesse alle aziende colluse con la ‘ndrangheta. Ricordiamo brevemente che proprio nel 2021 avvenne il violento sgombero manu militari del presidio di San Didero per installare il fortino-cantiere dell’autoporto che Sitaf ha dato in concessione diretta a se stessa.
In attesa che emergano ulteriori dettagli notiamo come i giornali siano per lo più reticenti a parlare del coinvolgimento di questo sodalizio nel Tav Torino – Lione e parlino genericamente di grandi opere. In altri tempi una notizia del genere avrebbe occupato le prime pagine e non qualche trafiletto della cronaca locale, ma si sa non bisogna disturbare il conducente della malaopera ecocida. Chissà cosa emergerebbe se si approfondissero le indagini su questi settori della criminalità organizzata e sulle grandi imprese del cemento e del tondino colluse invece di sprecare soldi e risorse inventando accuse di associazione a delinquere contro chi difende la valle dalla speculazione, dalla devastazione e dal malaffare?
Per quanto ci riguarda non avevamo bisogno di attendere le indagini per avere consapevolezza delle infiltrazioni della criminalità organizzata, i ciclici tentativi di dare fuoco ai presidi NO TAV sono chiare intimidazioni mafiose. Forse sarebbe ora che anche altri aprissero gli occhi e la smettessero di regalare i nostri soldi a mafiosi e speculatori senza scrupoli.