Il general contractor promuove un’iniziativa per «costruire consenso» in 200 istituti elementari. Le madri degli alunni: «Questo è lavaggio del cervello».
di Maurizio Bongioanni 04 Gennaio 2015
Hanno provato a portare la Tav sui banchi di scuola. Ci hanno provato, ma non ci sono riusciti. Per via, in primis, dell’opposizione delle mamme.
Il tentativo porta la firma del consorzio Co.Civ, general contractor del Terzo Valico Alta Velocità Genova-Alessandria.
Tutto è cominciato a novembre, quando la madre di un alunno della scuola elementare di Campomarone, comune dell’entroterra genovese, ha trovato per caso l’abstract di un progetto aggiornato al 18 settembre dal nome “Destinazione Europa”.
UN PROGETTO PER CREARE CONSENSO. Nella descrizione si leggeva: «Destinazione Europa è un progetto educational per le scuole primarie delle province di Alessandria, Asti, Genova, Imperia, La Spezia e Savona, finalizzato a costruire consenso e conversazioni positive attorno alle grandi opere come strumenti utili per la crescita e lo sviluppo del “sistema Paese”».
Il progetto si concentrava in particolare sul Terzo Valico ed era destinato a coinvolgere 200 scuole elementari tra Liguria e Piemonte.
«UN’INIZIATIVA SCORRETTA». Così i genitori hanno fatto partire una raccolta firme. Ad attivarsi, due istituti su tutti: quello di Campomarone e quello di Pontedecimo.
Sara Marchese, una delle madri del consiglio d’istituto di Pontedecimo, ha raccontato aLettera43.it: «Io ho un figlio che frequenta le elementari. Trovo questa iniziativa a dir poco scorretta: sembra quasi che l’intenzione sia quella di fare un lavaggio del cervello ai nostri figli in vista di futuri dissensi verso l’opera».
E ancora: «Parliamo di bambini delle elementari, che non hanno gli strumenti critici per interpretare ciò che viene detto loro. Per questo abbiamo redatto una raccolta firme nel nostro istituto a cui hanno aderito 80 tra genitori e insegnanti. Parallelamente la stessa cosa è avvenuta nella scuola di Campomarone».
PARERE NEGATIVO ANCHE DAI PRO-TAV. Sara ha precisato che la raccolta firme non è contro l’opera in sé, sebbene lei non ne condivida la realizzazione: «Tant’è che tra le firme si trovano anche quelle di genitori apertamente pro-Tav».
Anche tra i dirigenti di istituto ci sono delle perplessità, sebbene questi ultimi non l’abbiano messo nero su bianco. Ora le firme sono depositate presso gli uffici regionali e al Provveditorato.
Terzo Valico, limite di spesa di 6,2 miliardi di euro
L’Alta Velocità del Terzo Valico collegherebbe Genova e il suo porto con Tortona da un lato e con Novi Ligure dall’altro (entrambe in provincia di Alessandria) andandosi a incrociare con le ferrovie del Nord Italia e inserendosi in quello che viene definito come Corridoio Europeo Reno-Alpi, cioè sull’asse Genova-Rotterdam.
Secondo le informazioni pubblicate sul sito dell’opera i lavori di realizzazione sarebbero dovuti partire nel 2012 per finire nel 2020. L’infrastruttura, composta da sei lotti costruttivi, ha un limite di spesa fissato dal Cipe in 6,2 miliardi di euro.
RAPPORTO NEGATIVO COSTI-BENEFICI. Nella realtà dei fatti i cantieri sono stati aperti nel 2013, dopo diversi problemi con gli espropri, per non contare che è già dal 1991 che questa linea è in discussione.
Con un rapporto costi-benefici negativo (il docente di Economia dei Trasporti Marco Ponti parla di 4,24 miliardi) e senza nessuna garanzia di miglioramento degli investimenti sulla tratta a fronte della spesa da sostenere (non esiste infatti un’analisi costi-benefici presentata dai costruttori) la linea, per le ragioni appena descritte, per il suo impatto ambientale e con l’ombra delle infiltrazioni criminali (vedasi il rapporto «Ecco a chi porta lavoro il Terzo Valico»), è duramente contestata dal movimento NoTav locale e numerose sono state le manifestazioni di protesta e gli scontri con le forze dell’ordine per impedirne la continuazione.
Il consorzio: «Volevamo solo verificare l’interesse delle istituzioni»
Dopo il polverone creato dalla reazione dei genitori e un’interrogazione comunale presentata da Davide Ghiglione, capogruppo FdS nel consiglio di Valpolcevera, la risposta di Co.Civ è stata affidata a una rettifica pubblicata sui giornali locali e firmata dal direttore Angelo Pelliccia.
Nella nota il consorzio spiega che l’abstract del progetto serviva solo per «verificare l’interesse delle istituzioni a un’eventuale attività didattica sulle grandi opere» e che «a oggi non ha presentato alcun progetto agli uffici competenti».
«VOLEVANO INDOTTRINARE I NOSTRI FIGLI». «Volevano fare proseliti a favore di cementificazione e devastazione tra le giovani generazioni», è la risposta del Comitato No Tav Terzo Valico Pontedecimo e San Quirico. «Vorremo fare anche una riflessione sulla logica privatistica che muove da questa iniziativa in cui uno sponsor paga e può fare quello che vuole dentro la scuola. Ma fortunatamente non è così, c’è ancora chi s’indigna ed è pronto a far valere le ragioni della scuola pubblica in cui i nostri figli e le nostre figlie non devono essere indottrinati come all’epoca del ventennio fascista».
Soddisfatta Sara Marchese: «Co.Civ ha tirato i remi in barca dopo aver visto l’opposizione dei genitori e degli insegnanti», ha concluso. «Tra tutte le persone con cui ho parlato non ho trovato nessuno a supporto di questa idea».