Sabato 16 febbraio 2013, Susa, valle di Susa, Virano e il circo si tav piazzano le tende al castello della cittadino. E’ in questa cornice che si è svolta oggi l’ennesima nuova presentazione dell”ennesimo nuovo progetto della nuova linea internazionale Torino Lione. Una presentazione pubblica ma non per tutti, questo il principale argomento della giornata. Per accedere alla saletta vip e al prestigioso rinfresco a seguire occorre accreditarsi, presso l’ufficio del sindaco si tav di Susa (uno dei tre della valle di Susa) e attendere risposta dopo il filtro della questura di Torino. E così, a chi oggi ha raggiunto Susa per l’evento show si è presentata una città militarizzata con tanto di check point, controllo documenti, perquisizione degli autoveicoli e quanto di meglio ci si può aspettare ormai da un paio di anni in valle di Susa. Cosa nuova ma neanche troppo è il metodo “Clarea” di occupazione militare, con lo stesso stile infatti alla valle di Susa il governo e Virano propongono e impongono questa infrastruttura pubblica, con i militari, con le forze di polizia, con la forza. A questo punto allora ci chiediamo, qualcosa sta cambiando? Certo, sempre più persone sono contrarie a quest’opera, sempre più persone sono no tav e quindi sempre più polizia e militari sono necessari per anche solo presentare un progetto. In questa cornice dunque per tutto il giorno a colpi di scudo e manganello i partecipanti al convegno (tutti imprenditori corrotti interessati all’opera e politicanti interessati alle loro poltrone) hanno raggiunto il castello, forzando i blocchi no tav a bordo di auto blu con la scorta, pubblicamente calpestando l’eventuale pubblico, i valsusini, confinati oltre recinti e transenne improvvisate. Dalle 14 alle 20 lo show è proseguito, all’ingresso e all’uscita, un segno di forza? Noi diciamo di no, un segno, l’ennesimo, della debolezza con la qualel’alta velocità continua ad essere venduta al pubblico, i cittadini, che poi sono gli unici a pagarla e a finanziarla. ancora una giornata no tav, fatta di lotta e di resistenza, fatta da un movimento che non ha nessuna intenzione di cedere il passo, che rilancia giorno per giorno in un territorio sempre più vasto, oltre i confini naturali della valle di Susa.
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