Ieri 3 dicembre si è scritta una delle pagine più infami della storia di Emilio.
Sveglia presto nel carcere di Torino, trasferimento, estradizione. Parole confuse che arrivano per competenza agli avvocati che informano i familiari.
E’ dunque arrivato il richiamo del coloniale impero francese che voleva dentro le sue gabbie Emilio. Tragitto veloce verso Briancon e lì subito identificazione e “presa in possesso” del detenuto.
Come nei più macabri noir si corre verso Gap dove in poche ora incontra l’avvocato, si presenta al giudice istruttore e a seguire di fronte ad un collegio giudicante. Sarà a fine serata decisa la detenzione in carcere.
Sono passate neanche 12 ore dalla partenza e la Francia ha “bruciato” quello che in Italia avviene normalmente in 21 giorni.
Arresto, colloquio con avvocato, interrogatorio di garanzia, eventuale conferma dell’arresto e a seguire ricorso al tribunale delle libertà di fronte ad un collegio giudicante.
Stessa schifezza sia in Italia che in Francia se pensiamo alla figura di Emilio, a ciò di cui è accusato e al suo prodigarsi nel soccorso a questa umanità in fuga e in transito sulle nostre montagne.
Stridono però i tempi oltre il confine. In 12 ore si è impacchettato il tutto.
Una “farsa” recitata anche male di una decisione già presa da tempo, dal giorno in cui venne attivato con tanto livore e cattiveria il mandato di cattura europeo.
Ora Emilio è stato trasferito a Aix Luynes vicino Marsiglia, a 300 km da casa nel 3° carcere per importanza di Francia. La scelta della prigione aggiunge certezza a quanto detto prima.
Questa è la giustizia, che niente ha a che vedere con i Giusti e che oggi più che mai, con loro si scontra.
Emilio Libero! No all’estradizione!
Libertà per i/le No Tav!
(seguiranno presto aggiornamenti per poter scrivere ad Emilio)