Il 31 maggio 2017 inizierà finalmente il processo a carico del senatore Stefano Esposito per le ripetute diffamazioni compiute ai danni di Marta.
Il senatore infatti, a seguito dei fermi e degli arresti intervenuti durante la passeggiata notturna del 19 luglio 2013 e dopo la conferenza stampa del Movimento Notav nella quale Marta aveva denunciato le gravi lesioni e gli abusi sessuali subiti ad opera dagli agenti di Polizia che l’avevano fermata, si era lasciato andare a pubblici commenti che come sempre ben lo qualificano.
Esposito aveva infatti iniziato a commentare i fatti con questo bel “parte da Pisa per andare a fare la guerra allo stato, prende giustamente qualche manganellata e si inventa di essere stata molestata, bugia” su twitter,
per poi proseguire, su un blog dell’Espresso, con “la signora Marta, venerdì notte, si è radunata insieme al peggio del peggio dell’anarcoinsurrezionalismo italiano ed europeo (erano presenti oltre che i peggiori centri sociali italiani anche quelli francesi, inglesi, greci ecc. ecc.) con lo scopo dichiarato di attaccare il cantiere al cui interno ci sono operai e forze dell’ordine” e “la procura diretta da Giancarlo Caselli ha inviato diversi avvisi di garanzia per questi fatti e sono aperti processi contro i responsabili”, ancora insistendo “che la signora Marta usi strumentalmente l’accusa di molestie sessuali perché colta il flagranza di reato, lo trovo schifoso. Ti ricordo che al cantiere di Chiomonte erano presenti due magistrati”. Il buon Esposito poi, non ancora pago, aveva rincarato la dose e su La Repubblica veniva ancora precisato il suo pensiero così come espresso in Senato: “una donna che va verso i poliziotti indossando la maschera antigas, cosa si aspetta, che l’abbraccino?” ancora accusando Marta di aver “usato il suo corpo per inventarsi una storia, perché non sapeva come giustificare la sua presenza. Faccio una denuncia formale, così ci sarà una regolare indagine e si saprà se si tratta di una calunnia…”. Nel corso della trasmissione radiofonica La Zanzara aveva poi di nuovo ribadito: “Marta Camposano è stata giustamente manganellata. Si è meritata le manganellate: se vuole fare la guerra allo Stato, lo Stato reagisce” ed in una successiva intervista a La Stampa aveva definito Marta come “una teppista arrivata da Pisa”.
La querela di Marta depositata il 26.7.2013 giunge dunque, dopo quasi quattro anni, a processo. Ma come ci arriva e cosa succede nel frattempo?
Come è facile immaginare la querela per diffamazione non necessitava di particolari indagini: le dichiarazioni di Esposito erano state rese pubblicamente e riportate da diversi mezzi d’informazione e come tali erano state allegate alla denuncia. Ciò nonostante, la Procura – in persona di uno dei due P.M. che, come giustamente ricordato dallo stesso Esposito, erano presenti al cantiere nella notte del 19 luglio 2013 e che noi ricordiamo essere stati anche titolari delle indagini svolte nei confronti di tutti i fermati e gli arrestati di quella notte e che hanno anche seguito tutte le denunce da questi ultimi sporte per le lesioni subite durante gli arresti – poco prima della scadenza dei sei mesi concessi dalla legge per svolgere le indagini, chiede al Gip l’autorizzazione a prorogare il termine delle indagini di altri sei mesi “stante la loro complessità oggettiva” ed il Gip. “attesa la complessità delle indagini da compiere” concede la proroga richiesta. Inutile dire che le complesse indagini che avrebbero dovuto essere compiute e che hanno giustificato sia la richiesta di proroga delle indagini che la sua concessione si sono sostanziate in NULLA! Nessuna indagine e nessun tipo di attività sono state svolte dopo la scadenza del primo termine. Seguono dunque richieste di avocazione delle indagini alla Procura Generale ed infiniti solleciti all’esercizio dell’azione penale ed alla fissazione dell’udienza formulate dalla difesa di Marta e pochi giorni fa, finalmente, viene notificato il decreto di citazione a giudizio per il 31 maggio 2017.
Ma nel frattempo che succede? Succede che gli stessi Pubblici ministeri avviano e concludono velocemente le indagini a carico dei manifestanti per i tafferugli di quella notte, succede che Marta viene processata per resistenza aggravata, porto di materiale esplodente e quant’altro e viene assolta con una motivazione che esclude qualsiasi sua partecipazione ai disordini e che riconduce le lesioni riportate alle percosse infertele dagli agenti di Polizia. Ma succede anche che alla stessa impressionante velocità viene archiviato il procedimento penale avviato contro gli agenti che avevano fermato Marta e che erano stati dalla stessa accusati delle lesioni e della violenza, anche sessuale, che le avevano riservato.
Rimandiamo a quanto avevamo già scritto a questo proposito (https://www.notav.info/post/marta-aveva-capito-male/) ricordando che analoghi esiti hanno avuto i procedimenti penali avviati per le lesioni subite dagli altri manifestanti fermati quella notte.
Sempre nel frattempo viene assolto anche il giovane minorenne notav fermato quella notte, processato, oltre che per i reati già attribuiti anche a Marta, anche per il reato di calunnia, avendo avuto l’ardire di attribuire le lesioni refertate in ospedale ai Carabinieri che l’avevano fermato quella notte.
E poche settimane fa è arrivata anche l’assoluzione per la maggior parte degli altri ragazzi arrestati quella notte.
Insomma: per mandare a giudizio il Senatore la Procura ci ha impiegato, pur senza svolgere particolari indagini, quasi quattro anni, mentre per avviare i processi nei confronti dei manifestanti e chiudere i procedimenti penali contro gli agenti per le violenze perpetrate quella notte, pur con la necessità di un’imponente attività investigativa, sono bastati pochi mesi, peraltro, con esiti decisamente poco lusinghieri (nulla di fatto).
Su queste documentate circostanze il Senatore Esposito non ha nulla da dire? Un passetto indietro rispetto alle giustificate manganellate inferte alla teppista arrivata da Pisa assolta? E una letturina alle motivazioni poste a base dell’archiviazione del procedimento penale nei confronti degli agenti che l’hanno brutalmente picchiata ed abusata?
Vabbè, tanto non ce ne faremmo niente….