6 anni dopo la liberazione di Venaus, avvenuta l’8 dicembre del 2005, la Valle di Susa dimostra di essere combattiva e determinata come sempre. Fanno sorridere le dichiarazioni di Fassino e di altri suoi amici politicanti che continuano a difendere il lavoro dell’indifendibile Virano, un uomo che è riuscito a ricompattare i sindaci e la comunità montana su una linea no tav senza tentennamenti e ad esasperare ancora di più un intera popolazione con le sue dichiarazioni denigratorie e bugiarde.
Oggi, 11 dicembre, si è avuto l’ennesimo esempio: ieri sera si lancia l’idea di ritrovarsi a Bussoleno per dare una prima risposta al vergognoso comportamento tenuto l’8 dicembre dalle forze dell’ordine, e più di 500 persone si ritrovano in una domenica pomeriggio natalizia nella piazza centrale di Bussoleno.
Dopo una vivace assemblea un corteo spontaneo si è snodato per le vie del paese, per sfociare nella stazione invadendo le due banchine con cori e bandiere.
Immediatamente vengono bloccati, da parte delle ferrovie, i due tgv, quello diretto a Parigi rimane fermo ad Avigliana e quello diretto a Milano a Chiomonte.
Non è un caso che siamo finiti in stazione. Dal 10 dicembre è in vigore il nuovo orario ferroviario che aumenta, se ancora è possibile, i disagi dei pendolari valsusini. Soppresse almeno la metà delle fermate in bassa e media valle, pertanto obbligo per gli utenti a spostarsi per parecchi Km con la macchina fino a raggiungere la stazione più vicina, dove si fermerà l’agognato treno, che, se non verrà soppresso oppure non porterà ritardo, sarà come sempre gremito all’inverosimile. Perchè le carrozze sono sempre meno, nel contempo però aumento i prezzi del 18%. E questo è il danno, ma la beffa e che aumentano le corse negli orari in cui i treni non li prende praticamente nessuno, così che le tracce aumentano, ma negli orari di punta aumentano solo i disagi e i prezzi.
Ora, pensare che a pochi km di distanza c’è un non cantiere che costa solo per la sorveglianza 90 mila euro al giorno ed è propedeutico per un’opera che sulla carta costa 22 mld di euro (tutti sodi pubblici) non può che esasperare ancora di più una valle già abbastanza irritata.
comitato no tav spinta dal bass – spazio sociale libertario Takuma