Non sono bastati quattro mesi di confronto serrato e sereno con realtà e personaggi provenienti da tutta Italia, della più variegata estrazione e mentalità. Otto riunioni organizzative da giugno in avanti, otto tavoli tematici che oseranno affrontare il monumentale tema del Lavoro mettendo sul piatto argomenti che vanno dal benessere della persona al diritto di esistere, passando per moneta complementare, reddito minimo vitale e ruolo dell’imprenditoria.
Nel tritacarne mediatico del fine settimana finisce anche Etinomia e l’iniziativa denominata “Stati Generali del Lavoro”, condividendo di fatto, con gran parte del Movimento NoTav, gli indesiderati effetti della colata di fango che tenta di seppellire tutto e tutti con accostamenti da brivido, anche tra terrorismo ed impegno civico.
Saremmo tentati di cedere alla provocazione ed argomentare diffusamente circa la grettezza di tali presunti giornalisti e politici: a coloro basti dedicare il titolo che fa il verso al nome dell’evento che si terrà a Vaie dal 27 al 29 settembre. Più utile e costruttivo pare, per le sorti della comune battaglia contro l’appropriazione indiscriminata delle risorse collettive, condurre una riflessione circa le ragioni di tale accanimento, riflessione che potrà aiutare a comprendere meglio quali siano i punti di forza della protesta in Val di Susa, che è solo uno dei focolai di riaffermazione della volontà di popolo.
Eccetto le redazioni giornalistiche, chiunque abbia letto anche solo superficialmente la programmazione degli “Stati Generali del Lavoro” avrà intuito che una tale varietà di istanze e suggestioni non può che nascere da un confronto aperto e diffuso con una moltitudine di soggetti e associazioni anche non strettamente prossimi al Movimento NoTav. L’organizzazione stessa dell’evento, per altro, è fortemente aperta ed inclusiva, la partecipazione ai tavoli tematici è libera e consentita a chiunque, l’approccio dialettico non è frontale ma permetterà a ciascuno di esprimere la propria opinione. Sono state invitate realtà ed istituzioni in grado di offrire contributi positivi anche in caso di palese distanza dalle motivazioni del movimento che lotta contro il treno ad alta velocità. In questo gli Stati Generali del Lavoro si differenziano fortemente da denunce, recinzioni, cancelli, filo spinato, corpi di guardia e sorveglianza di un cantiere che pare un esercizio preparatorio alla tacitazione del dissenso in qualsiasi forma si manifesti.
In questo ultimo confronto sta la chiave di lettura e di interpretazione del clima da caccia alle streghe messo in atto dagli apparati di governo e di controllo dell’opinione pubblica. A questi ultimi dobbiamo riconoscere un merito, quello di aver resa pubblica la grande capacità, comune al Movimento NoTav e ad Etinomia, di attrarre l’attenzione di tante realtà che si riconoscono prima di tutto nel desiderio di difendere il territorio contro lo scempio ed il saccheggio, di tante associazioni che operano per riportare la dignità dell’uomo al centro del dibattito economico, di tanti cittadini che si battono contro mafia e delinquenza sempre più spesso in giacca e cravatta o sedute su scranni prestigiosi. La capacità di far sentire gli uomini e le donne capaci di riappropriarsi del proprio futuro, a cominciare degli spazi immediatamente percepibili come fondamentali e che si chiamano territorio, comunità, ambiente e trasparenza delle istituzioni. La capacità di sedersi intorno ad un tavolo, pari tra pari, per poter discutere ANCHE DI LAVORO, gli occhi ripuliti dalla cortina fumogena sollevata dai “poteri forti”, con la pretesa di stravolgere i paradigmi che dovrebbero condannarci ad una vita di sano consumismo e schiavitù, con una mano al portafogli ed una al telecomando.
L’unico terrore che stiamo instillando è quello nel cuore dei nostri detrattori, che, di fronte alla fermezza dirompente delle nostre motivazioni, di fronte alla dilagante capacità di coinvolgimento, di fronte all’universalità di un messaggio di libertà ed affrancamento, altro non possono che praticare la diffamazione, la distorsione della realtà, l’accanimento giudiziario.
“Il re è nudo”, fa dire Andersen all’innocenza del bimbo che è immune all’inganno. Con la stessa purezza di spirito avviciniamoci all’evento del prossimo fine settimana a Vaie e dimostriamo, a fianco di amministratori, imprenditori, associazioni che osano credere ad un mondo diverso costruito dal basso, la nostra capacità di abbattere il castello di carte di questa macchina di sfruttamento che non siamo più disposti a subire.
Sant’Ambrogio di Torino, 21 settembre 2013
Daniele Forte
Presidente di Associazione di Imprenditori poco conciliante