da NuovaSocieta.it – «Sospendere il processo per l’abuso edilizio della baita No Tav in Val Clarea in attesa della nuova richiesta di sanatoria presentata ieri al Comune di Chiomonte in virtù di una norma del decreto del Fare». Lo hanno chiesto oggi in aula i legali degli otto No Tav imputati per l’edificazione della Baita Clarea.
Nell’udienza di apertura del processo, in cui Ltf si è costituita parte civile, oggi è venuta fuori anche quanto detto in merito dalla Sovrintendenza dei beni architettonici e paesaggistici: «La baita che gli attivisti No Tav avevano costruito nell’area vicino al cantiere Tav è compatibile con il paesaggio».
«A quanto pare – ha commentato uno dei legali, Vincenzo Enrichens – non abbiamo tutti i torti a insistere sulla compatibilità paesaggistica della baita. A differenza di una certa grande opera che stanno realizzando nella stessa zona».
Secondo la procura di Torino il parere della Sovrintendenza, che si riferisce solo al rispetto del paesaggio, non incide sull’esistenza di violazioni urbanistiche.
In ogni caso sulla vexata quaestio l’ultima parola ce l’ha il comune di Chiomonte che ha la competenza su quella zona e che già in passato aveva rivolto in pollice in basso in merito alla sanatoria.
Il giudice dovrà ora valutare la richiesta di sospendere il processo.