Sabato 30 gennaio, alle ore 15, il movimento No Tav invita tutte e tutti al presidio in solidarietà a Dana, Fabiola e alle altre detenute in sciopero della fame, che si terrà sotto al carcere delle Vallette di Torino.
A giorni di distanza dall’inizio dello sciopero della fame, da parte di Dana, Fabiola, Stefania, Emanuela e una quinta detenuta di cui ancora non conosciamo il nome, sentiamo l’esigenza di portare i nostri corpi e le nostre voci sotto al carcere per far arrivare tutto il nostro sostegno alle detenute che con forza, coraggio e determinazione stanno portando avanti questa protesta con le sole armi che hanno: il proprio corpo e la propria determinazione.
Le motivazioni che le hanno portate a scegliere di iniziare lo sciopero della fame, sono direttamente collegate alla mancata garanzia dei diritti all’affettività e alla salute, provocata dalla Direzione della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino.
Le richieste delle detenute guardano infatti al:
- ripristino delle videochiamate per i detenuti che non possono fare i colloqui in presenza;
- la possibilità di integrare le 6 ore di colloquio in presenza, con le video chiamate, visto che queste ultime non vengono assicurate, come da legge costituzionale;
- alla messa in pratica delle prenotazioni delle visite familiari online;
- l’esclusione dal monte ore complessivo mensile della chiamata con il proprio legale;
- Il mantenimento della chiamata straordinaria settimanale, introdotta proprio in vista della sospensione dei colloqui familiari;
- uno screening accurato di tutta la popolazione detenuta, così da verificare il reale stato dei contagi;
- la somministrazione dei vaccini a tutti i detenuti che lo vorranno
Il movimento No Tav non è abituato a lasciare nessuno indietro e vogliamo essere quella cassa di risonanza che possa far arrivare le istanze delle detenute il più lontano possibile. La loro protesta è la nostra e in un momento tanto difficile, come quello che tutte e tutti stiamo vivendo, la nostra determinazione contro il Tav è direttamente proporzionale ai bisogni delle fasce più deboli della popolazione, tra cui quella detenuta che oggi non deve restare in silenzio. Al contrario è bene che questa voce diventi un grido di denuncia e allarme perché nessuno di noi vuole assistere nuovamente alle dure violenze seguite dalle giuste rivolte createsi all’interno di alcune carceri lo scorso marzo. Rivolte nate proprio dalla paura del contagio e dalla mancanza di diritti e attenzioni.
Per tutte queste ragioni, sabato 30 gennaio alle ore 15 saremo in presidio sotto al carcere delle Vallette, per sostenere la lotta delle detenute perché in questa pandemia non esistano escluse/i, ultime/i e dimenticate/i.