Il 15 ottobre centinaia di studentesse e studenti si sono riuniti in Piazza del Mercato a Bussoleno per scioperare contro l’accorpamento del Liceo Norberto Rosa e l’IIS Enzo Ferrari e per protestare contro le chiusure della tratta ferroviaria Bussoleno-Susa in vista dei lavori della stazione internazionale, che in questi giorni ha fatto sentire i primi disagi con l’esproprio dei terreni di San Giuliano.
Come Movimento No Tav vogliamo esprimere la nostra solidarietà e ringraziare questi e queste giovani e le loro famiglie che con determinazione si sono mobilitati per evitare l’ennesimo furto di risorse sul nostro territorio.
È increscioso come da trent’anni stiamo vedendo dirottare risorse economiche enormi sulla costruzione della Torino-Lione, mentre istruzione, sanità e cura del territorio sono sempre più al collasso. La valle già ha subito terribili tagli alla sanità che hanno visto la chiusura del punto nascite all’ospedale di Susa e la mancanza di pediatri e medici di famiglia in tutta la zona. Ha subito inondazioni (come quella recentemente avvenuta dall’esondazione del Rio Gerardo a Mattie), incendi e frane a causa della mancanza di risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico, elargite SOLO sotto forma di “compensazioni” per i lavori del TAV (quindi come un ricatto). Ora vediamo come anche l’istruzione sia sotto attacco in nome di un “risparmio” che toglierebbe ai valsusini e le valsusine la possibilità di costruirsi un futuro, con perdita di posti di lavoro degni, offerta formativa e successivo spostamento di classi e personale dopo il primo anno di accorpamento.
Siamo al fianco di chiunque cerchi di evitare che il nostro territorio (ma anche tutti i territori), diventi una “zona di sacrificio” da immolare sull’altare del profitto, a discapito dello sviluppo di una vita piena e soddisfacente, a partire da questi giovani che giustamente cercano di costruirsi con le unghie e con i denti un presente che altrimenti gli sarebbe negato.
Questa mobilitazione ce lo dice chiaro: la Val di Susa non vuole diventare un corridoio (o una discarica a cielo aperto di amianto e smarino), in cui i suoi abitanti devono spostarsi su e giù per poter anelare ad una possibilità di vita.
Invitiamo quindi tutti e tutte a sottoscrivere la raccolta firme:
E invitiamo questi/e giovani coraggiosi/e a non smettere di lottare per il loro futuro, senza abbassare la guardia di fronte ai proclami della Città Metropolitana di Torino che afferma di non procedere senza l’accordo di chi vive sui territori, perchè la storia di questa valle purtroppo ci dimostra il contrario.
Avanti, fino alla vittoria!