Ricondividiamo volentieri il comunicato delle ” Fomne contra ‘l tav” in solidarietà a Giovanna.
Sabato scorso Giovanna è stata colpita da un lacrimogeno lanciato ad altezza uomo dalla polizia, che ha reagito in maniera spropositata al saluto che i/le No Tav hanno voluto portare ai resistenti nel presidio dell’autoporto di San Didero.Giovanna è una Valsusina acquisita fin dagli albori del movimento No Tav ed è sempre stata presente dal 2005 in poi con sua figlia, avendo anche vissuto in Valle per qualche tempo.Come Fomne Contra l’Tav, attive da sempre nella lotta contro quest’opera inutile, dannosa e abusiva, ci stringiamo attorno a Giovanna la cui unica colpa è quella di essere sempre stata pronta, in prima persona, a sostenere la lotta No Tav.
Difendiamo la nostra sorella perché siamo stanche di subire queste assurde ricostruzioni da parte della Questura e delle forze dell’ordine, a fronte di gravi atti di violenza, sulle e sui No Tav.
Inoltre, la Digos ha anche tentato di interrogarla, sebbene fosse sotto l’uso di farmaci e completamente dolorante. Non si sono fatti scrupolo alcuno ad avvicinarla in ospedale, nonostante la fragilità del momento, con l’anima nuda di quando si è in pronto soccorso.
Quanto accaduto a Giovanna supera ogni limite.
Siamo stanche di rivivere momenti di angoscia già vissuti in passato: ci ricordiamo tutte il trattamento ricevuto da Marta che, durante il suo arresto nel 2013, venne molestata e brutalmente picchiata al volto da alcuni agenti di polizia. Per questo mandiamo un abbraccio di affetto solidale alle compagne di Giovanna, che già pochi anni fa hanno provato sui loro corpi la vile violenza delle forze di polizia in Valsusa. Anche questa volta, siamo certe, sapremo restare unite più che mai contro chi con violenza minaccia le nostre vite.
Ci sentiamo tutte direttamente coinvolte e per questo vogliamo che i media verifichino le informazioni dettate dalle veline della Questura che ogni volta ci descrivono come criminali. Sono i loro mezzi e le loro azioni che provocano violenze brutali spesso non punite, con tanto di archiviazione dei molteplici procedimenti e addirittura con avanzamenti di carriera per alcuni; il tutto con il beneplacito di Procura e Tribunali.
Per tutte queste ragioni come Fomne Contra ‘l Tav continueremo ad essere presenti anche per Giovanna durante le prossime iniziative in Valle.
Resisteremo anche per Fabiola che ancora si trova in carcere, per Dana e Stella ai domiciliari e per tutte le altre e gli altri No Tav ancora colpiti da dure negazioni della propria libertà.
Siamo le donne della Valsusa, ci siamo emancipate sulle barricate e se toccano una, toccano tutte!
Giovanna siamo con te!Avanti No Tav!