Telt, la società promotrice della costruzione del TAV, si comporta da sempre come un occupante nel territorio valsusino. Negli anni, non si contano più gli abusi di questi paladini del Progresso e della Crescita. Tra i più vergognosi, ci fu l’esproprio manu militari della baita Clarea, al di fuori di ogni procedura di legge ed eseguito con l’ausilio di centinaia di poliziotti, non si sa bene se in veste di tutori dell’ordine pubblico o di guardie di una società privata. Ma ogni avanzamento dei lavori è sempre accompagnato dal suo lotto di prepotenza e il nuovo cantiere di San Didero non fa eccezione. In pochi mesi abbiamo assistito a un mercato di contadini spostato per “ragioni di ordine pubblico”, a recinzioni messe in mezzo ai campi infischiandosene dei proprietari dei terreni, nonché al tentativo di piazzare reti con filo spinato israeliano per tutto il perimetro della ferrovia in barba alla contrarietà dell’amministrazione comunale.
L’ultimo episodio di questa saga dell’arroganza è andato in scena qualche giorno fa nei pressi della stazione idroelettrica al confine tra Bruzolo e San Didero. Una piccola opera, pulita e utile per il territorio. Verrebbe da dire… altro che TAV. In ogni caso martedì scorso, un operaio addetto alla manutenzione della centrale si stava recando in loco quando, con grande sorpresa, ha scoperto che la strada PRIVATA di accesso al sito non era percorribile. A bloccare il passaggio niente di meno che TELT che, senza alcun preavviso né autorizzazione, ha tagliato la strada che porta alla centrale (tra l’altro violando i protocolli di sicurezza, visto che l’accesso dev’essere imperativamente possibile 24 ore su 24). Ma ora viene il bello. Interrogati, gli operai impiegati da una ditta in subappalto, hanno riferito che i lavori erano per creare un allaccio alla centrale per alimentare il vicino cantiere dell’auto-porto. Se non che la NIE, la società che gestisce la centrale e l’annesso canale di scorrimento, ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna domanda e ha quindi inviato una diffida a TELT di cessare con l’allaccio abusivo e ripristinare la viabilità. Dal canto suo la società del TAV, colta in castagna, nega e minaccia querele. Della serie, lei non sa chi sono io.
Telt, insomma, continua con le sue modalità boriose, agendo con fare impunito e sopra ogni regola, ma senza impressionare più nessuno. Ormai anche le aziende del territorio hanno chiaro che telt non è altro che una proverbiale tigre di carta e infatti la NIE giustamente non ci ha pensato due volte a mandare avanti una diffida contro un’azienda da decenni spalleggiata da ogni governo in carica e ricca di professionisti pagati solo per evidenziare cavilli validi a permettere di procedere in modo dubbio.
Una storia che dovrebbe far riflettere tutti, ma soprattutto qualche sprovveduto imprenditore valsusino, di quelli che sperano ancora, nonostante tutto, di poter raccogliere qualche briciolina caduta dal banchetto del TAV: sono i piccoli grandi soprusi il pane quotidiano di questi signori. Resta da vedere che conseguenze avrà la diffida inviata contro Telt per il suo allaccio abusivo visto le pene severissimi che lo Stato riserva a un povero cristo, magari un inquilino senza soldi per la bolletta a cui hanno tagliato la luce e che ripristina da sé il servizio. Siamo certi che anche qui la mano della legge sarà implacabile. O no?