Qualcosa si muove anche sullo sparuto fronte Si Tav.
Esposito Stefano, senatore del Partito Democratico, è stato rinviato oggi a giudizio per diffamazione a danni di quattro No Tav. Che si sono costituiti parte civile e hanno chiesto il risarcimento dei danni.
Il dibattimento si aprirà il 20 ottobre 2014 alle ore 9 in Tribunale a Torino, IV sez. Penale, aula 80.
Qui (L’ultrà del Tav imputato davanti al GIP di Torino, 11.4.2014) la storia di questo processo e delle sue anomalie.
Ricordiamo sempre la più clamorosa: l’eccezionale differenza di prestazioni della procura di Torino, anche per gli stessi tipi di reato contestati, fino a quattro volte più scattante quando gli imputati sono No Tav. Le prove sono tante. Per fare esempi recenti, ai procuratori del pool bastano 6 mesi per chiedere il rinvio a giudizio se il reato è a carico di un No Tav, ma hanno bisogno di due anni, come in questo caso, se il reato è a carico di un Si Tav.
La discriminazione è evidente, è nei numeri, ma che cosa la determina? Il “Puro Caso”? Prima o poi avremo delle risposte, state sicuri.
Andiamo avanti.
Dicevamo che poco alla volta si inizia. Oltre ad Esposito, infatti, a luglio a Roma si tiene un’udienza preliminare contro Mario Virano, architetto multifunzione (commissario del Governo, presidente dell’Osservatorio, presidente della Commissione italiana intergovernativa), imputato per una vicenda di una richiesta di accesso atti da parte di alcuni No Tav. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per rifiuto di atti di ufficio, il 2 aprile l’udienza non si è tenuta ed è stata rinviata. A luglio i No Tav si costituiranno parte civile anche contro Virano.