Saltato agli onori delle cronache per le sue prese di posizioni sui casi Cucchi e Aldrovandi, Carlo Giovanardi è una delle figure più squallide che si aggirano da anni nei palazzi del potere a spese dei contribuenti. In Val di Susa ci ricordiamo bene dello scandalo montato contro “Archiviato”, documentario per alcuni assai scomodo perché testimonia con prove inconfutabili dell’inazione della procura di Torino davanti agli abusi di polizia in Val Susa. Assieme ad altri colleghi, Giovanardi aveva cercato di impedire la proiezione del filmato al Senato perché, secondo il suo parere, “usato per criminalizzare le forze dell’ordine”.
Ci ha fatto sorridere veder spuntare oggi il suo nome per un giudizio immediato nel quale dovrà rispondere di minacce a corpo politico, amministrativo e giudiziario, rivelazione di segreti d’ufficio e minacce e oltraggio a pubblico ufficiale. L’ex-senatore avrebbe fatto pressione per far togliere l’interdittiva anti-mafia ad un’impresa amica, la Bianchini costruzioni, interessata agli appalti post-terremoto (già sospettati di commistioni mafiose, i titolari della Bianchini finiranno qualche mese dopo al centro dell’inchiesta Aemilia sulle infiltrazioni della ndrangheta nella regione).
Un caso che ricorda da vicino quello di un suo sodale intervenuto all’epoca anche lui contro la proiezione del documentario “Archiviato” in senato, il senatore PD Stefano Esposito, oggi sotto inchiesta per aver provato a far togliere l’interdittiva anti mafia all’impresa del padrino della figlia, la Muttoni.