Oggi 45 dei 46 imputati del Movimento No Tav hanno deciso di confrontarsi con la pubblica accusa nel terreno del dibattimento.
L’intenzione è chiara: rispondere punto per punto alle accuse, e leggere le giornate del 27.6 e 3.7.2011, e così le condotte degli imputati, non già in maniera decontestualizzata, come sinora fatto dalla Procura della Repubblica di Torino, ma nel contesto molto più ampio delle ragioni per cui si è mosso il movimento nei numerosi anni di sua attività, e pure nel contesto in cui, in quei medesimi giorni, si è sviluppato l’operato delle forze di polizia.
Il dibattimento si rivela pertanto la sede adatta per affrontare temi di importanza centrale:
– inesistenza dei presupposti legislativi, tecnici ed economici per la realizzazione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione
– liceità – o meno – dell’intervento manu militari del 27.6 posto in essere in assenza di ragioni di urgenza (progetto esecutivo ancora oggi, nel 2012, inesistente)
– modalità di sgombero del presidio della Maddalena (regolarmente assegnato alla disponibilità dei comitato No Tav dal Comune di Chiomonte)
– totale assenza di gare d’appalto europee (in spregio a quanto indicato nella richiesta di finanziamento all’UE da parte del Ministero dell’infrastrutture)
– inappaltabilità di qualunque cantiere in quella data ed in quel luogo (anche solo per semplici recinzioni) in assenza di progetto esecutivo;
– ed ancora, sussistenza di atti arbitrari commessi dalle forze dell’ordine, quali l’uso sproporzionato, eccessivo e pericoloso di gas chimici CS e gli spari diretti contro le persone (vietati da ogni forza armata nel mondo).
– Centrale importanza avrà, infine, la esatta determinazione della cronologia degli avvenimenti di quelle due giornate per comprendere se – ad esempio – ad attivare gli scontri siano stati i manifestanti ovvero le ff.oo.
Gli imputati hanno così deciso di difendersi nel processo, e non dal processo.
In ogni caso va tenuto a mente l’impressionante impulso della Polizia Giudiziaria nelle indagini, ratificato a maglie larghe e con ampio credito da parte della Procura, che ha profuso enormi risorse di tempo e di costi per istruire il processo nei confronti degli imputati – e di altri appartenenti al Movimento No Tav in un altissimo numero di diversi procedimenti parallelamente aperti – lasciando in terzo o quarto piano altre condotte penalmente rilevanti, debitamente denunciate e documentate, in cui i manifestanti sono persone offese e non imputati, e per le quali non sono neanche state concluse le indagini preliminari (v. Operazione Hunter).
La scelta processuale degli imputati del Movimento No Tav è volta ad impedire che l’opposizione ad un’opera inutile e dannosa (all’ambiente e alla finanza pubblica) divenga – come desiderano alcune ‘forze politiche’ – una semplice questione di ‘ordine pubblico’.
Con l’occasione comunichiamo che il SIULP, uno dei sindacati di polizia, ha fallito per ben due volte di costituirsi parte civile all’udienza di oggi 10 luglio 2012, ed è stato estromesso dal Giudice. Invitiamo peraltro i sindacati di polizia e gli agenti di citare per danni da inalazione da lacrimogeno CS non i manifestanti No Tav…ma il loro datore di lavoro!