Da infoaut.org – Ieri sera sette nomuos sono saliti su tre delle antenne da cui, lo scorso anno, é partita la mobilitazione che ha portato all’invasione della base militare all’interno della quale, da allora ad oggi, sono state innalzate le parabole della stazione MUOS di Niscemi.
Se in queste ultime settimane questure e magistratura hanno provato a intimorire il movimento con fogli di via e divieti di dimora, l’occupazione delle tre antenne ieri notte ha ribadito ancora una volta che la paura non é di casa tra i nomuos e che i divieti sono fatti per essere infranti.
Cosí, mentre cresce l’attesa per il corteo di domani pomeriggio, si é formato un presidio di un centinaio di persone al di sotto delle antenne da cui i sette “scalatori” hanno annunciato di non voler scendere ad oltranza.
Pubblichiamo di seguito un comunicato scritto proprio da chi si trova adesso sopra le antenne della base US navy.
QUESTA VOLTA VOGLIAMO TUTTO IL DIRITTO DI VIVERE IN PACE
Dall’alto di queste antenne contempliamo la bellezza della sughereta, dell’alba e del tramonto, la luna e l’abbondanza della natura.
La vista delle parabole, delle antenne e l’ariditá della base ci fa percepire tutta la bruttezza della guerra. Si tratta di strumenti orribile che servono a uccidere, bombardare, creare sofferenza, mutilazione, paura, morte.
Noi oggi decidiamo di restare a oltranza, su queste antenne diaboliche e maligne, perchè vogliamo liberare il pianeta, la Sicilia, la sughereta da un pezzo importante di questo incubo. Amiamo la libertà, ma siamo disposti ad affrontare l’orrore del carcere pur di ottenere una vera liberazione dalla logica e dalla logistica della guerra. Soprattutto questa volta siamo determinati a ottenere tutto.
1. Lo smantellamento della base e la sua riconversione in centro internazionale per l’accoglienza, la solidarietà e la pace.
2. Il trasferimento del denaro per gli F-35 per progetti sociali ed ecologici elaborati dal basso.
3. La fine della collaborazione militare e commerciale con Israele, da poco condannato per violazione dei diritti umani, fino a quando si arrivi a una soluzione giusta e condivisa tra Israele e Palestina. Il bloccco delle vendite di aerei e armi da combattimento da parte delle nostre fabbriche a tutti i paesi violatori di diritti umani.
4. La conversione del denaro e degli sforzi militari e polizieschi (Marenostrum, Cie, Cara) usati per solo per rinchiudere migranti e deportarli, creando e rendendo operativo da subito un piano di accoglienza solidale e diffuso che preveda il salvacondotto consolare europeo per i migranti che scappano da guerre e dittature, dando l’esempio agli altri paesi.
Questo è fare politica. Il Movimento No Muos crede in soluzioni pratiche, umane e solidali per il benessere collettivo e per la salute di madre terra (come la chiamano gli indigeni delle Americhe). Fino ad adesso il Parlamento, il Governo e la Presidenza della Repubblica hanno ignorato il problema della guerra e si sono rifiutati di interloquire con il Movimento. Noi oggi chiediamo un cambiamento e lo domandiamo a partire da richieste precise e concrete. Ai compagni e alle compagne, ad amici e parenti, a tutte le persone che amano la pace, la libertà e la terra domandiamo: vogliamo veramente mettercela tutta per fermare l’orrore e creare la bellezza?
Gaza brucia, bambini e grandi vivono e muoiono nella disperazione della guerra. Militari di tutto il mondo giocano e interpretano il ruolo dei boia perdendo l’umanità nelle loro divise. In solidarietà al popolo palestinese abbiamo colorato simbolicamente il nostro corpo di rosso.
Per liberarci dalla rassegnazione e ribellarci alla guerra, se lo vogliamo, il momento è ora, Il momento è qui: a Niscemi. Siamo qui a riprenderci la terra per terminare questo stupro fatto alla sughereta e rifertilizzarla con alberi e allegria. Ora è il momento di ottenere tutto. Ora vogliamo il diritto di vivere in pace.
Ai giudici e ai magistrati che vogliono veramente esercitare un’azione di giustizia, chiediamo di appoggiare quest’azione e tutte le azioni di liberazione della sughereta e della terra dalla guerra. Chiediamo di desistere dalla bieca applicazione di leggi lontane dal rendere giustizia nei confronti di popoli oppressi che vogliono una libertà vera.