L’iniziativa di ieri davanti alla Regione aveva un carattere molto chiaro: portare davanti al palazzo dove Chiamparino aveva convocato parlamentari e consiglieri pro tav le vere priorità della Valle di Susa e del Paese.
Basta con il Tav Torino Lione e tutte le altre grande opere inutili a favore d’investimenti pubblici corposi verso la manutenzione degli edifici pubblici, la messa in sicurezza dei territori, la cura delle nostre scuole e dei luoghi che viviamo quotidianamente.
Non richieste campate in aria, ma sostanziate dagli avvenimenti che hanno colpito la nostra Valle, incendi e frane di fango, e la situazione italiana che necessita di tante piccole opere utili che porterebbero reddito a chi lavora e non ai grandi speculatori finanziari come per le grandi opere.
L’idea era quella di utilizzare una delle nostre caratteristiche cioè l’ironia e portare in piazza una bara per simboleggiare il funerale del Tav e alcune carriole con il fango di Bussoleno, da far vedere ai politici chiusi nel palazzo.
Le due cose non sono mai giunte in piazza perchè la digos, ha fatto di tutto per non farle giungere al presidio, fermando il furgone in Valle, portandolo in questura con la scusa di avere alla guida Giorgio, al quale doveva essere fatta una notifica perchè soggetto a dover scontare degli arresti per le condanne inflittegli (con la solerte generosità del tribunale di Torino) per le manifestazioni degli anni scorsi.
Così Giorgio e il furgone sono stati trattenuti in questura fino alla fine della manifestazione, con l’unico intento di non far arrivare carriole e bara in piazza.
Inoltre, non ravvisando reati particolari, visto che le cose che portavamo non erano illegali, hanno sequestrato il furgone, applicando anche un’ammenda di 3000 euro, cercando per un paio d’ore i cavilli necessari a cui attaccarsi.
Che fosse un fermo premeditato non ci sono dubbi e che il carattere del fermo fosse rivolto a non far arrivare il materiale in piazza, per poi non far parlare della manifestazione, è palese.
Non ci abitueremo mai a queste ingiustizie, che vedono questura e procura sempre coordinati a difendere chi vuole il Tav (a proposito consigliamo di leggere L’indagine sul pm Padalino (con l’elmetto) ), chi si dice “disposto a farsi passare sopra” pur di realizzarlo.
Infine ci teniamo a dire, a differenza di alcune ricostruzioni basate su qualche telefonata fatta da agenti della digos distratti ai giornali amici, che Giorgio deve scontare poco più di 3 mesi e non 12 come abbiamo letto, e di questo siamo molto contenti.