Care tutte e tutti, vi avviso che stamattina, dopo 6 giorni di carcerazione gratuita, sono potuto uscire dal carcere e sono rientrato a casa per lavorare. Dovrò rientrare ogni sera alle 23 per uscire il mattino dopo alle 6. Tutto ciò sicuramente fino a quando non verranno discussi i ricorsi che il mio legale ha depositato contro il provvedimento che ha rifiutato la mia richiesta di misure alternative alla detenzione. Ho trascorso le mie giornate nella sezione riservata a chi esce per lavorare, dove il clima è un po’ più rilassato, visto che si “gode” di un beneficio.
Venendo a contatto col mondo del carcere ho avuto la conferma di ciò che pensavo da tempo, ovvero che la galera è un’istituzione che rappresenta bene il fallimento di una società umana. Nella maggior parte dei casi non ha uno scopo e una funzione rieducativa, ma vessatoria; chi esce di qui è spesso incattivito e pronto a riprendere la sua attività da fuorilegge, affinandola, avendo appreso nuove tecniche e contatti, socializzando con altri detenuti.
Finché esisteranno disparità economiche e sociali ci sarà chi delinque. Emblematico il caso, uscito in questi giorni, del buono uscita dell’amministratore della società Autostrade (13 milioni di euro!!).
Notizie come questa fanno gridare alla vendetta e rendono bene l’idea dell’assurdità di questo mondo alla rovescia. Poche centinaia di persone al mondo detengono la ricchezza pari a quella dei restanti abitanti del pianeta. Detto tutto.
Rispetto alla mia situazione, posso dirvi che ho percepito l’indignazione e la vicinanza generate dal mio arresto nei giorni scorsi. Vengo punito per ciò che penso e sono piuttosto che per quello che ho fatto, e , la presunta pericolosità che mi si attribuisce, rende bene l’idea della paura e del fastidio generato dalla lotta NO TAV nel sistema di potere vigente. L’accanimento nel colpire gli oppositori e la perseveranza nel portare avanti l’opera fanno capire quanto il bottino, rappresentato da questo progetto, sia ricco, e cosa sono disponibili a fare per non lasciarsi scappare l’occasione per l’ennesima speculazione.
Non mi/ci rimane altro da fare che attrezzarsi per resistere e ribellarsi, per immaginare e praticare la possibilità di un mondo libero e una vita in armonia con le leggi della natura di questa Madre Terra.
Sono certo che presto mi rivedrete di nuovo per le strade e i sentieri, con il sorriso e l’entusiasmo che da sempre mi accompagnano.
Luca Abbà, semilibero, 20 settembre 2019