Sentiti il dirigente Digos Giuseppe Petronzi, il direttore dei lavori Maurizio Bufalini e per la difesa il Direttore di ITACA Ivan Cicconi ed il Presidente del Controsservatorio Valsusa Livio Pepino.
di Gabriella Tittonel – Tg Valle Susa
Quasi un racconto epico. Queste le prime impressioni venute dalla seconda udienza del processo a carico dello scrittore Erri De Luca, accusato di istigazione a delinquere. A motivo di una intervista rilasciata al giornale Huffington Post nel quale ebbe a sottolineare come la tav vada sabotata. Racconto dai toni epici per le particolareggiate deposizioni del dirigente della Digos Giuseppe Petronzi e del direttore del cantiere di Chiomonte Maurizio Bufalini, che hanno ripercorso, a seguito dell’interrogatorio dell’accusa, dei PM Rinaudo e Padalino, le vicende legate all’opposizione alla
realizzazione dell’opera. Quindi manifestazioni notturne e no al cantiere, non sempre preannunciate, rappresaglie contro le forze dell’ordine, ma anche attacchi alle ditte interessate dai lavori. Che videro una sorta di cambio di rotta nel maggio 2013, con l’attacco al cantiere in cui per la prima volta si iniziò a parlare di sabotaggio.
Secondo quanto affermato dal direttore Bufalini, per far fronte agli attacchi, per la sicurezza, ad oggi si sono spesi una ventina di milioni in più del previsto, in recinzioni, attrezzature, con un incremento di presenze di sorveglianza che contano ad oggi anche la presenza dei militari. “I nostri operai vivono nella paura di attentati, nella galleria turnano una ventina di persone, sono previsti all’interno dei rifugi
per ripararsi nel caso di fumi di incendi provocati all’esterno” – così ha sottolineato Bufalini. Ma lo scrittore De Luca è stato in tutto ciò voce determinante per istigare ai sabotaggi? Questa la domanda dell’Avvocato della Difesa Vitale, che ha prodotto a testimoniare Ivan Cicconi e Livio Pepino, invitati, per impegni improrogabili del Giudice, ad essere concisi nella deposizione, in tutto poco più di mezz’ora contro le più di due ore impiegate dall’accusa.
Una difesa che proseguirà il 20 maggio, in aula 44, a partire dalle ore
9, con l’ascolto di un terzo teste e la deposizione di Erri De Luca. Fuori dall’aula, oggi, davanti al Tribunale, ad accogliere lo scrittore, un presidio del movimento No Tav, che anche in questa occasione ha letto brani dei suoi libri e lo ha salutato a fine mattinata.
Fuori dall’aula anche i temi più importanti: la presenza costante, da
anni, delle finissime e nocive polveri, le domande sulle captazioni delle acque e sulle infiltrazioni del cantiere nel torrente e nella Dora. Ma questi saranno temi che si terranno con tutta probabilità solo fra parecchi anni, quando i danni sulle persone e sull’ambiente si saranno consolidati. In tante parti non solo dell’Italia queste storie si avvicendano. Ma di questo silenzioso e determinante sabotaggio, almeno per ora, non viene scritta neppure una virgola.
G.T. 16.3.15