La notizia corre veloce nella mattinata di ieri, lunedì 7 febbraio 2022: il punto informativo No Tav presente al Presidio di San Didero ha preso fuoco.
I primi attivisti accorsi sul piazzale non hanno dubbi, non si tratta di autocombustione, è stato incendiato. Le menti balzano velocemente indietro in un tempo neanche troppo lontano, purtroppo: poco più di un mese fa anche una parte del tendone e della roulotte posta vicino ad esso avevano fatto la stessa fine.
Il pensiero, però, non si ferma ed approda ancora più in là nel tempo, all’aprile dello scorso anno quando la macchina di un’attivista No Tav viene incendiata durante le giornate dello sgombero del Presidio ex autoporto di San Didero; al fuoco appiccato da “ignoti” contro i Presidi di Borgone, Vaie e Bruzolo; alle auto bruciate durante alcune tra le iniziative di blocco dell’autostrada.
Nonostante le autorità cerchino sempre di portare l’attenzione su improbabili teorie e fantomatici incidenti, anche questa volta, come tutte le altre, non abbiamo paura di nominare chi da anni, con metodi paramafiosi, prova a intimidire un movimento popolare. Il “movimento si tav” è una grande e composita macchina che da sempre si muove anche su binari di questo tipo, volti a spaventare e fermare la battaglia contro la devastazione ambientale dell’arco alpino.
La forza del Movimento No Tav fa paura e pertanto è necessario contrapporsi ad esso con tutti i modi e con tutti i mezzi possibili, siano questi portati avanti dalla faccia composta da Magistratura e Questura o dal volto più truce di “mani ignote” che combattono con le armi dell’intimidazione questa “guerra per lo sviluppo” in Val Susa.
Azioni compiute in perfetto stile mafioso nei luoghi della resistenza al Tav, con il favore delle tenebre e cercando complicità nel forte vento. Luoghi scomodi per chi questo progetto lo vuole portare a termine, attraversati e vissuti da decine e decine di Valsusini determinati a difendere e presidiare la propria terra dallo scempio che porterebbe con sé la creazione della linea ad alta velocità.
Siamo consapevoli che l’essenza di ciò che è successo al punto informativo del Presidio di San Didero nella notte tra domenica e lunedì, si cela nell’intento intimidatorio di tale vergognosa azione ma, dal canto nostro, sappiamo bene che difendere il proprio territorio da chi vuole devastarlo non è solo un obbligo ma anche un diritto e un dovere. La terra è di chi se ne prende cura e di chi si ribella a questo sistema che guarda solo al proprio profitto e al proprio benessere. La lotta contro quest’opera devastante ed ecocida non si fermerà sicuramente di fronte questi atti messi in piedi nel tentativo di bloccare chi da ormai trent’anni si batte per un futuro migliore per tutti e tutte.
Se bruciano un presidio o un punto informativo ne nasceranno altri cento, avanti no tav!