L’inchiesta emersa negli scorsi giorni sui giornali che ha portato all’arresto di Tommaso Verdini, figlio del più noto Denis e fratello della compagna del Capitone, ha tutti gli elementi di una classica storia all’italiana: familismo, cemento, appalti e politica.
Corruzione e turbativa d’asta sono i reati contestati dai pm romani. Con Verdini jr altri quattro sono finiti ai domiciliari: Fabio Pileri, socio di minoranza di Tommaso nella società di consulenza Inver Srl, e gli imprenditori Antonio Veneziano, Stefano Chicchiani e Angelo Ciccotto. Interdittiva per 12 mesi dal pubblico ufficio invece per Paolo Veneri e Luca Cedrone rispettivamente, all’epoca dei fatti, dirigente e funzionario della Direzione Appalti e Acquisti di Anas.
Secondo i pm, Veneri e Cedrone avrebbero fornito a Pileri informazioni riservate sulle gare in corso di pubblicazione di Anas «per favorire gli imprenditori interessati alla gara legati alla Inver» (impresa di Verdini) e in cambio «accettavano la promessa di utilità da parte dei privati Tommaso Verdini, Fabio Pileri e Denis Verdini consistite nel loro intervento e raccomandazioni in sedi politiche ed istituzionali (tra gli altri presso Massimo Bruno, Chief Corporate Affair Officer di Ferrovie dello Stato, presso Diego Giacchetti, neo direttore delle risorse umane e gestione del personale di Anas) per la conferma in posizioni apicali di Anas o comunque la ricollocazione in ruoli apicali ben remunerati». Gli imprenditori, da parte loro, avrebbero pagato alla Inver consulenze che, però, per la Procura sarebbero fittizie. Favori in cambio di un posto al sole nelle aziende di Stato: un classico.
Secondo quanto riportato dai giornali la Lega avrebbe avuto il ruolo di garante politico del sistema: «Quando s’è fatto la lista d’accordo con Massimo, quando nel cda è passato con loro e gli ha dato una mano quello della Lega, lui ha fatto un accordo con quelli della Lega di futura collaborazione con Matteo (Salvini ndr) e con noi tramite Freni un rapporto di intermediazione…ci ha chiesto una lista di persone interne a quel gruppo da aiutare e noi gli abbiamo messo un po’ di persone che ci hanno dato i nostri». Lo afferma, intercettato mentre parla con un imprenditore, Fabio Pileri, socio di Denis e Tommaso Verdini nella società di consulenza Inver.
Secondo quanto ipotizzato dalla magistratura le condotte sono avvenute in epoca recente, nell’estate/autunno del 2022 e si sono protratte fino ad aprile/maggio del 2023 (epoca a cui risalgono gli ultimi pagamenti alla Inver dei fittizi incarichi di consulenza)». Quindi sono iniziate quando al governo c’era ancora Draghi e sono continuate poi con Salvini come ministro dei trasporti. Anzi secondo quanto riportato dai giornali cognato e suocero sarebbero stati entusiasti del nuovo ruolo assunto dal leader della Lega: “Ora con Salvini ministro ci richiamano tutti. Freni si è messo a disposizione”. Freni è il sottosegretario leghista al Mef.
Da quando Salvini è al ministero dei trasporti le porte girevoli hanno iniziato a ruotare verticosamente, specialmente con la specialità leghista dei commissari alle opere pubbliche. Un dato per tutti: nello scorso autunno proprio Salvini aveva firmato un decreto per dare al commissario straordinario della Superstrada Ss 106 Jonica, l’ex Ad di Anas Massimo Simonini, un potere di spesa di 3 miliardi in 15 anni. Secondo il Fatto Quotidiano l’inchiesta della Procura di Roma – forse una delle ultime che si potrà raccontare facendo ricorso a stralci dell’ordinanza di custodia cautelare – rivela che Simonini è indagato insieme a Tommaso Verdini.
Ma Salvini non è uno che fa tutto solo in casa: secondo quanto riportato da Report per quanto riguarda il Ponte sullo Stretto, particolarmente caro al Capitone, lo stesso avrebbe incontrato Lunardi (sponsor originale del progetto) e Salini (amministratore delegato di Webuild) prima di varare il decreto sul rilancio della grande opera inutile.
Di favori a costruttori e concessionarie nella carriera politica recente di Salvini se ne possono contare decine, dal tentativo di salvare i Benetton, al continuo sostegno politico al TAV in Val di Susa. Se tutti questi indizi non fanno una prova…
La visita solerte al cantiere di Chiomonte per l’ennesima pseudoinaugurazione dei lavori dovrebbe far pensare.
Il partito trasversale del cemento sembra aver trovato un ottimo nume tutelare in Salvini e nella sua banda, per spirito di abnegazione? Chissà… Intanto il vecchio adagio “Roma Ladrona” sembra essere stato accantonato per un più classico magna-magna di marmellata.