[riceviamo e pubblichiamo] Inutile girarci intorno, è venuto il momento di svelare il segreto: Virano è uno di noi. Lui, il grande architetto dell’universo Tav, è la migliore garanzia che la Torino-Lione non si farà mai.
Questa è la vera missione cui ha stoicamente sacrificato dieci anni di professione. Una vita da mediano, quella del povero Mario, che ha messo al servizio della causa la sua innata capacità nel menare il torrone.
L’Osservatorio è la sua creazione prediletta: come allungare il brodo in un gioco dell’oca di trecento riunioni, ampollosamente narrato in una romanzesca collana di Quaderni che riportano le motivazioni di inutilità dell’opera. Il Commissario di tutte le stagioni ha poi sfoderato distrazioni di massa quali la “demarche grand chantier”, il “genius loci”, il tunnel sotto Gibilterra”, la “stazione internazionale di Susa”, la “pacificazione” e la recente “via della seta Torino–Pechino”. Impalpabili miraggi di cui ora non si percepisce nemmeno il riflesso ma che sono stati utilissimi a discutere di tutto meno che della Torino-Lione.
Principe del gioco di prestigio, ha architettato una Babele di progetti e varianti (tratta comune, fasaggio, progetto “low cost”, tratta nazionale fase 1b, …) nella quale persino le ferrovie non ci si raccapezzano più. Maestro nel catenaccio, ha incagliato i procedimenti su quisquilie come la ricollocazione della “fondamentale” Pista di Guida Sicura, costato ben un anno intero di litigi e rinvii. E che dire della geniale denuncia ad Erri De Luca? Nessun guru della comunicazione avrebbe saputo ideare una così efficace campagna di discredito contro i fautori del Tav.
Ma il suo capolavoro è senza dubbio il cantiere di Chiomonte: un vero ologramma dell’opera che non c’è. La galleria di servizio, oggi tristemente a metà, è lì a fare da monumento ai fondi europei già persi e a quelli che si perderanno tra poco.
La vera pasta del combattente si vede però nel momento più difficile. Il Governo lo nomina “obtorto collo” Direttore Generale della neonata Telt per obbligarlo a combinare finalmente qualcosa di concreto? Lui, sprezzante del pericolo, si immola come “kamikaze”!
Perché nessuno lo sa che il suo precedente incarico governativo è in conflitto di interessi con il nuovo ruolo nella “società per azioni semplificata” che, per statuto, prevede utili e dividendi (ovvero è a scopo di lucro). <<Muoia Marione con tutti i Tavistei!>> è il suo grido di battaglia, nell’ultimo slancio di coraggio mentre trascina nella nullità tutti gli atti assunti in Telt. Il cartoncino estratto dall’Antitrust nel Monopoli del Tav dice infatti “Tornate alla casella iniziale … con tanti auguri”.
Possiamo perdere un alleato così?? #ARIDATECELO!!!
PS 1: Caro Mario, grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Comunque vada, non ti dimenticheremo mai. Nella casetta di Chiomonte ci sarà sempre un posto per te. Buon anno di incompatibilità.
PS 2: Chi è il sabotatore?