L’assemblea popolare del Movimento No Tav riunitasi ieri sera a Bussoleno ha lungamente applaudito la lettera scritta dal Comitato Popolare per l’Agro Caleno che è mobilitato contro la costruzione della centrale biomasse e i tentativi di speculazione che si vorrebbero continuare a fare su quel territorio.
Da tempo l’Agro Caleno si ritrova ad “ospitare” la discarica abusiva più grossa d’Europa ed oggi diversi comitati si battono contro una modalità inaccettabile di sfruttamento della terra e delle sue risorse.
Sabato 27 giugno, un giorno prima della marcia No Tav, le popolazioni di questa terra scenderanno in piazza per combattere la loro battaglia di resistenza e dignità.
Come Movimento No Tav sosteniamo la loro lotta e invitiamo a partecipare alla manifestazione.
Assemblea Popolare No Tav di lunedì 22 giugno
Qui di seguito pubblichiamo la lettera a noi inviata dai comitati di lotta:
Lettera aperta al movimento NoTav
Carissimi compagne e compagni, fratelli e sorelle della Val di Susa e del movimento NoTav,
dopo anni di lotte portate avanti dai comitati e dalle comunità dell’Agro Caleno una parte, un pezzetto di verità su quanto è accaduto ed accade alla nostra terra è venuto a galla in maniera dirompente. Una parte piccola, diciamo, perché di vero, nelle notizie diffuse dalla stampa che conta, c’è solo la portata di un attacco gigantesco al luogo in cui viviamo, alle nostre vite.
Una immensa espropriazione di terra, diritti e democrazia che si è protratta per oltre trent’anni e contro la quale ancora oggi combattiamo. Ecco, la discarica di rifiuti tossici rinvenuta nell’area ex-Pozzi Ginori è una ferita lasciata aperta da questo processo di sottrazione che, molte volte, ha avuto il nome ed il volto dello sviluppo.
I media l’hanno raccontata come il ‘tesoro di Gomorra’ e invece la discarica abusiva ‘più grande d’Europa’ è composta in grandissima prevalenza dai rifiuti industriali risultanti dai processi di produzione degli stabilimenti della Pozzi Ginori prima e dell’Iplave poi, smaltiti illecitamente e senza alcun tipo di cautela da parte delle aziende stesse nei terreni circostanti, un tempo parte integrante del complesso industriale. Un segreto di pulcinella da tutti conosciuto e più volte segnalato, anche attraverso denunce ed esposti, e che è stato sin dall’inizio uno dei motivi per i quali abbiamo deciso di opporci, costituendoci in comitato popolare, alla realizzazione di una centrale a biomasse proprio su quei terreni. Quello che c’è di vero, insomma, è che il nostro territorio è stato stuprato, che per poterlo fare è stato necessario che i poteri forti dell’economia e delle istituzioni stringessero un patto scellerato sulla pelle della nostra gente, non disdegnando di utilizzare pratiche extralegali che invece di essere raccontate per quello che sono, una forma di capitalismo radicale e terrorista, vengono dipinte come fenomeni criminali con connotati antisistemici. In verità, almeno dalle nostre parti, sembra che si sia andati ben oltre la semplice ‘trattativa’ e il patto che è stato siglato ha cancellato i nostri diritti, senza nemmeno troppo clamore.
Ecco perché noi, come voi NoTav, lottiamo contro questo preciso modello di sviluppo, che ci ha lasciato in eredità cassa integrazione e rifiuti tossici. Anche a noi, come a voi, viene impedito di poter decidere delle nostre vite, di poter disporre della nostra terra.
Alla chiusura dei grandi stabilimenti come la Pozzi Ginori (che da sola dava lavoro a 6mila persone) ed alla conseguente e progressiva de-industrializzazione sono seguite innumerevoli speculazioni. I siti industriali rimasti abbandonati si sono trasformati in sversatoi di ogni genere di rifiuti o semplicemente, non sono mai stati bonificati realmente e, negli ultimi decenni, tra la infinita crisi dei rifiuti campana e la proliferazione di grandi e piccole centrali l’Agro Caleno ha dovuto lottare duramente per difendersi e tenere alta la testa. Ma mai, come i NoTav, ci siamo tirati indietro ed anzi, proprio come le genti della Val di Susa, abbiamo cominciato a tessere le maglie di una nuova comunità, una comunità resistente, che costruisce la propria identità a partire dalla comune lotta contro una modalità di sfruttamento della terra, delle risorse e degli esseri umani che non possiamo più sostenere né tollerare.
Ecco perché noi siamo NoTav, lo siamo per questo e perché qua da noi, i cantieri del Tav hanno sventrato un’area archeologica di valore inestimabile e sono stati la solita cuccagna per le solite immancabili cricche di speculatori ed inquinatori. A guardarli da vicino, quelli del Tav, non ci sono piaciuti per niente.
Il 27 di giugno l’Agro Caleno tornerà in piazza con una nuova manifestazione, per proseguire la nostra lotta che sarà di certo ancora lunga da terminare. Quello che oggi siamo chiamati a dover scongiurare, insieme al progetto di una inutile centrale a biomasse, è il rischio concreto che la bonifica, che in ogni caso è urgente e necessaria, dell’area ex-Pozzi si trasformi nell’ennesima speculazione, nell’ennesimo sperpero di denaro. Il decreto Terra dei Fuochi, infatti, è infarcito delle solite logiche emergenziali formalmente motivate dall’urgenza di porre rimedio a situazioni gravi ma che, di fatto, hanno l’unico effetto di sospendere garanzie e controlli, di tagliare fuori le comunità locali da ogni possibilità di verifica democratica e legittima presa di parola.
Il 28 sarà il turno del movimento NoTav, che marcerà ancora una volta verso il cantiere e griderà le ragioni di una grande lotta di dignità dalla quale abbiamo imparato molto e nei confronti della quale ci sentiamo solidali fino in fondo.
Con questa nostra lettera abbiamo inteso rimarcare il nostro sentimento di vicinanza verso la vostra lotta che è la nostra lotta. Con il racconto di un pezzetto della nostra verità abbiamo voluto tendere un abbraccio alle comunità resistenti della Valle di Susa, che sentiamo vicine ed al fianco delle quali ci sentiamo di dover lottare in questa comune battaglia di dignità e riscatto.
Pertanto chiediamo a tutte e tutti di scendere in piazza il 27 giugno, nell’Agro Caleno, ed il 28 giugno, in Valle di Susa, per sostenere questo grande movimento di dignità e riappropriazione del proprio futuro, perché quello che è successo a noi è un problema che riguarda tutti, in ogni angolo del Paese.
A voi del movimento NoTav chiediamo solo di aiutarci a diffondere la nostra parte di verità, di aiutarci a gridare che noi non ci sentiamo Terra dei Fuochi ma terra di resistenza, nella speranza che un giorno piccoli paesi come Sparanise, Pignataro e Calvi Risorta possano essere ricordati per le proprie lotte, per essere stati zona ribelle, cosi come è stato per Bussoleno, Susa e Chiomonte.
Calvi Risorta, 22 giugno 2015
Comitato per l’Agro Caleno: No centrale a biomasse