Ieri dopo una lunga passeggiata sui sentieri della Val Clarea in centinaia siamo arrivati al presidio dei Mulini per portare solidarietà e provviste a chi resiste lì da ormai più di due settimane.
La passeggiata è partita dal campo sportivo di Giaglione e mentre lo spezzone più nutrito del corteo ha preso la via dei boschi per raggiungere i Mulini, un altro gruppo di No Tav si è diretto al cancello per mettere pressione sul dispositivo di sicurezza con le battiture e i cori.
In centinaia abbiamo attraversato i boschi sui sentieri alti aggirando i blocchi della questura di Torino con determinazione e aiutandoci a vicenda nei tratti più complicati del percorso.
Dopo un paio d’ore di cammino e il superamento di diversi sbarramenti siamo finalmente arrivati in Clarea e ci siamo ricongiunti con i presidianti che nel frattempo hanno iniziato una battitura sul cancello d’entrata del cantiere per incoraggiare chi si inoltrava sui sentieri.
Siamo arrivati ai Mulini in sicurezza e senza lasciare nessuno indietro, dimostrando ancora una volta l’inutilità dei dispendioso dispositivo di sicurezza messo in campo dalla Questura di fronte alla determinazione e alla conoscenza del territorio dei NO TAV. Lo abbiamo fatto in tanti e tante, di tutte le età, ribadendo che “qui la paura non è di casa”.
Una volta arrivati ai Mulini, dopo aver consegnato i viveri, è avvenuto un saluto a base di fuochi d’artificio e ci siamo incamminati di nuovo per tornare a Giaglione incontrandoci con chi era rimasto al cancello per portare avanti la battitura.
La giornata di ieri è stata significativa perché per la prima volta da quando è incominciato l’allargamento del cantiere e l’assedio al presidio dei Mulini da parte delle forze dell’ordine in tanti siamo riusciti a raggiungere la Clarea e a condividere l’esperienza di lotta tra chi resiste dentro l’area del cantiere e chi lo fa da fuori.
Siamo riusciti a dimostrare che arrivare vicino al cantiere in molti è ancora possibile nonostante l’enorme dispositivo poliziesco goffo e dispendioso.