Il 10 dicembre il movimento Save Rosia Montana ha fatto un piccolo passo verso la vittoria: il parlamento romeno ha riconosciuto l’incostituzionalità della legge emanata quest’estate, la quale dichiarava il territorio di Rosia Montana una zona di interesse strategico e perciò sospendeva le leggi ordinarie riguardanti l’apertura dei cantieri. Dopo 16 anni di intenso lobbying la Gabriel Resources riceve un duro colpo, invece i cittadini di Rosia Montana dopo 16 anni di lotte determinate sconfiggono parzialmente il governo di Victor Ponta. Nel giorno antecedente al voto, tutta la Romania si è mobilitata per far intendere chiaramente che non avrebbe fatto un passo indietro. A Cluj sono state occupate quasi tutte le sedi dei partiti per diverse ore e dai balconi sono stati calati striscioni per Rosia Montana o recanti la scritta “Domani voteranno per poterci avvelenare”. A Bucarest è stato organizzato un corteo e in tante altre città presidi di solidarietà. Il giorno seguente il parlamento ha bocciato la legge. I cittadini romeni festeggiano la loro prima vittoria, ma sono perfettamente consapevoli che si tratta solo dell’inizio: la battaglia è ancora lunga. Di certo non si faranno illudere da una prima sconfitta della Gabriel Resources in parlamento, essendo ben coscienti del fatto che l’azienda canadese le proverà tutte per far ripartire i lavori. Non si abbassa la guardia soprattutto perché il villaggio di Pungesti è ancora sotto l’attacco della Chevron, la quale ha iniziato gli scavi, noncurante delle proteste in corso. Il governo Ponta ha completamento militarizzato il territorio per garantire le condizioni necessarie per i lavori, ma i cittadini sono risoluti a riprendersi la terra e la piccola vittoria ottenuta dalla comunità di Rosia Montana dimostra come la determinazione e la lotta diano i propri frutti.