Questa mattina un gruppo di #notav ha occupato la sede romana de La Repubblica per denunciare l’assenza di notizie riguardanti i fatti di San Didero dove sono rimasti feriti diversi attivisti nel tentativo di difendere la Valle dalla devastazione per la costruzione del nuovo ed inutile autoporto.
La Redazione ha concesso loro un incontro, peccato che nel mentre gli altri manifestanti siano stati bloccati all’interno proprio dalle forze dell’ordine.
L’intento di questa azione dimostrativa? Portare un documento con 10 quesiti da porre al Presidente Draghi accompagnato dai bossoli dei lacrimogeni al gas CS sparati in Val di Susa
Il documento consegnato (e poi pubblicato anche da Repubblica)
1. In relazione ai fatti recentemente avvenuti in Val di Susa, quale è la posizione del governo rispetto all’utilizzo dei gas lacrimogeni? I gas CS (quelli in dotazione alle forze di polizia) sono catalogati come armi di terza categoria, ossia “armi chimiche” quindi ne è vietato l’utilizzo in guerra (sentenza della Cassazione del gennaio 1982). Dovrebbe essere almeno oggetto di normativa restrittiva e da quanto si apprende utilizzati solo con autorizzazione del Ministero della Salute, di cui però non c’è riscontro.
2. Tenuto conto del controverso utilizzo dei gas CS, esistono delle indicazioni chiarissime su come devo essere utilizzati, le stesse aziende produttrici evidenziano la pericolosità mortale qualora gli stessi fossero lanciati ad altezza uomo. Come si pone il governo in merito ai video che riprendono membri dell’arma dei carabinieri presso il comune di San Didero sparare lacrimogeni ad altezza uomo per poi commentare con orgoglio tale azione tra di loro?
3. Amnesty International si è aggiunta a un’infinità di associazioni del diritto e giuristi che hanno denunciato la detenzione assurda a cui è stata sottoposta per mesi l’attivista No Tav Dana Lauriola. Il suo caso si somma a una lista di detenzioni, misure cautelari, procedimenti penali e amministrativi nei confronti di chi si è opposto con manifestazioni, tesi di laurea, articoli e trasmissioni radiofoniche alla costruzione della TAV. Queste azioni repressive hanno colpito in modo ossessivo persone senza limiti di età o condizione, creando una anomalia rispetto a ciò che accade con altre procure che non sia quella di Torino. Le azioni giudiziarie contro il movimento No Tav sono più simili a quelle di regimi dittatoriali che a quelle di una democrazia. Il Governo Draghi continuerà su questa linea?
4. La Corte dei conti europea nel giugno del 2020 ha giudicato la TAV “un opera inutile e dannosa”. Motivando che la Tav è considerata esosa, costruita contro la volontà delle comunità coinvolte, provoca ripercussioni gravi in termini ambientali inclusa l’emissione di 50 milioni di tonnellate di Co2 ed è basata su presupposti di crescita del traffico merci non fondate. Questo governo che si vanta di una forte vocazione europeista, intende davvero ignorare una considerazione del genere da parte dell’istituto di competenza europeo?
5. Nel febbraio del 2019 il Ministero delle infrastrutture e trasporti ha incaricato una equipe per stilare una relazione di costi e benefici in relazione alla TAV. I risultati dell’analisi vedono un saldo negativo che scoraggia il proseguimento dell’opera. Cosa ne è stato di questa relazione? E’ stato l’unico tentativo di analizzare il progetto da un punto di vista tecnico finora promosso dall’Italia., e da allora non si è saputo più nulla.
6. Tramite la nomina di un ministro per la Transizione Ecologica il governo si è voluto formalmente dichiarare consapevole del problema del cambiamento climatico. Come si giustifica allora l’accanimento a voler costruire un’opera inutile che produrrà immediatamente 50 milioni di tonnellate di Co2 per la sua costruzione e che porterà ad un risparmio di emissioni di gas climalteranti solo se tra 50 anni il traffico veicolare fosse raddoppiato?
7. Tecnici e studiosi hanno dimostrato non solo l’insensatezza e l’inutilità ma anche l’abusivismo del progetto dell’autoporto di San Didero, imposto alla collettività determinando un grave rischio ambientale poiché verranno dissoterrati quintali di materiale inquinante prodotto da scarti di lavorazione della vicina acciaieria. In un momento di crisi sanitaria ed economica di queste proporzioni come è possibile che si spendano 54 milioni di euro per un’opera di questo tipo? Come è possibile che la prima opera accessoria di un raddoppio ferroviario sia alla fine un autoporto che favorisce il trasporto su gomma?
8. Come è noto il tunnel di base di 57,5 km è di ben 45 km in territorio francese mentre la parte italiana è di soli 12,5 km, ma che la Francia pagherà solo il 42,1% del costo totale del tunnel di base mentre l’Italia pagherà ben il 58,9%. grazie a questa iniqua asimmetria dei costi, l’Italia sosterrebbe un costo superiore di ben 2,2 miliardi di €uro rispetto ad una equa ripartizione geografica dei costi. Ogni chilometro italiano del tunnel di base costerebbe all’Italia ben 280 milioni di €uro mentre ogni chilometro francese del tunnel costerebbe alla Francia solo 60 milioni di €uro. Anche a questo governo non sembra anomalo questa ripartizione?
9. Non sfugge a nessuno che con i fondi per la Torino-Lione si potrebbe iniziare il risanamento delle infrastrutture vetuste creando molti più posti di lavoro della Torino-Lione in territori dove gli spostamenti non sono garantiti. Ma se a questo aggiungiamo che l’emergenza pandemica ha evidenziato una gravissima condizione delle strutture sanitarie ed ospedaliere che andrebbero sia costruite che rinnovate e che la situazione economica delle persone che non sono raggiunte da nessuna misura di sostegno si accompagna al generale fallimento di molte imprese, come è possibile non immaginare di dirottare questo enorme investimento nei settori di emergenza?
10. È infine noto che in caso di abbandono del progetto da parte dell’Italia e della Francia non vi saranno penali europee, è altresì appurato che non esiste alcuna scadenza contrattuale che impegna la Francia e l’Italia a realizzare la Torino-Lione. Per quale ragione questo governo intende ignorare la volontà della cittadinanza, delle amministrazioni locali, dei sindaci delle città italiane e francesi coinvolte, il parere contrario della corte dei conti europea e della commissione di esperti incaricata dal ministero interessato e non ultimo la posizione sfavorevole del partito che, con il maggiore numero di senatori e deputati, lo sostiene ?