da Abitare nella crisi – Martedì 11 novembre, nelle stanze del Senato, si terrà un’audizione chiesta dal senatore del Pd Esposito sugli extra- costi del Tav. Ci saranno il ministro Lupi, il dicastero dell’Economia e le Ferrovie Italiane e dovranno spiegare come si è passati da 8,5 miliardi stimati per la tratta internazionale della Torino-Lione, alla cifra di 12 miliardi di euro. Troveranno sicuramente le argomentazioni necessarie per convincere Esposito, da sempre fedele sostenitore del progetto anche se all’improvviso fa la parte dell’attento verificatore.
Le previsioni di costo aggiornate sono emerse dal Contratto di programma Rfi 2012-2016, firmato l’8 agosto scorso dal ministro delle Infrastrutture e dall’amministratore delegato di Fs, e rafforzato dal decreto Sblocca-Italia con il quale si sveltisce l’iter di approvazione. Entro la fine dell’anno infatti il Cipe dovrà approvare il progetto definitivo e consentire la definizione dei futuri stanziamenti 2014-2020.
Tutto questo avviene con l’ostilità crescente degli abitanti della Valsusa che fino ad oggi hanno solo subito, sicuramente non in silenzio, una devastante invasione del loro territorio. Un danno incalcolabile per l’ambiente e per le persone, protetto da una presenza militare degna di una campagna di guerra. Oltretutto le risorse economiche investite vengono sottratte violentemente alle necessità sociali derivate dalla crisi e per questo non solo i residenti della Valle si oppongono all’inutile opera, ma tanti uomini e tante donne in Italia si affiancano in questa difficile battaglia.
Lo Stato oppone il valore strategico del Tav contro chi protesta e non è intenzionato a fare passi indietro. Lo si vede anche dai diversi provvedimenti emessi di corsa e a colpi di fiducia dal governo Renzi, tutti basati sulle privatizzazioni, la vendita dei beni comuni, il consumo di suolo, la valorizzazione e la mercificazione delle città, la precarizzazione del lavoro e della vita. Contro la crisi e dalla parte della rendita, dei suoi profitti, dei suoi ricatti, in questo modo i processi di costruzione del consenso stile Leopolda hanno il forte sostegno degli imprenditori e della società solvibile.
Con la nostra presenza a pochi metri dal “confronto” tra Pd, Lupi e Rfi, vogliamo fargli sentire il fiato sul collo e raccontare le cifre. Spiegare esattamente cosa si potrebbe fare con le decine di miliardi spesi per grandi opere e grandi eventi, orientando le risorse sui bisogni e le necessità di chi oggi soffre la crisi. Intendiamo partire da qui per avviare un percorso che ribalti l’aggressione che stanno subendo i territori e le persone in disagio sociale. Pensiamo che vada smascherata l’opera di criminalizzazione di chi si oppone a questo modello di sviluppo, di chi attraverso pratiche di riappropriazione, autoriduzione e resistenza non accetta di perdere la dignità, la casa, il lavoro.
Le misure coercitive come gli sfratti, i distacchi, i pignoramenti sono all’ordine del giorno a causa della perdita dei posti di lavoro, di redditi da impiego precario o al nero, dell’impossibilità di arrivare alla fine del mese onorando tutti i debiti. Considerare criminali coloro che si organizzano individualmente o collettivamente per occupare un alloggio, per autoridursi il costo di una bolletta, per difendersi da uno sfratto o da uno sgombero e imporre provvedimenti che attaccano la dignità, come l’art 5 del cosiddetto piano casa di Lupi che nega residenze e allacci delle utenze, è estremamente vergognoso e funzionale a liberare le case popolari che il ministro delle infrastrutture e sodali vogliono vendere all’asta. Operazione particolarmente evidente soprattutto a Milano, in relazione con l’affare Expo 2015.
Il legame tra la lotta dei Notav -in Valsusa come nel Terzo valico- e il resto dell’Italia passa quindi attraverso la necessità comune di poter decidere sull’uso dei suoli, sul diritto all’abitare degno e sulla gestione delle risorse.
Per questo martedì 11 novembre dalle ore 15 saremo a piazza delle Cinque Lune, a ridosso del Senato: vogliamo dare i numeri della crisi e dei costi che il governo Renzi vorrebbe farci sopportare in silenzio.
Mercoledì 12 alle ore 15 ci incontreremo all’università la Sapienza presso lo spazio liberato Tre Serrande per l’assemblea pubblica “i diritti si conquistano a spinta: scuola,università e casa per tutti!” per discutere e confrontarci su come costruire i nostri strumenti per resistere all’attacco che Renzi sta sferrando a studenti, precari, disoccupati, migranti, verso lo sciopero sociale del 14 novembre.
Movimenti per il diritto all’abitare