“Finora non si è vista una fibra d’amianto”, “Alla storia dell’amianto ci crede solo Erri de Luca” , “L’amianto c’è, ma il TAV si può fare con ragionevole sicurezza”, “L’amianto c’è ma non dove passerà il Tav”, “L’amianto c’è, ma verrà processato all’interno del tunnel di base”.
Telt e Virano da anni sulla vicenda dell’amianto ne sparano una più grossa dell’altra. Adesso emerge che a quanto pare nel nuovo cantiere-fortino di San Didero potrebbe esserci “l’eventualità di rinvenimento di trovanti e blocchi di meta-ofioliti durante le opere di scavo”. Sitaf, responsabile della costruzione dell’autoporto, infatti ha pubblicato il bando di gara per il “Piano di Monitoraggio Ambientale relativo alle componenti che risultano potenzialmente interferite dalla realizzazione del nuovo Autoporto in Comune di San Didero e Bruzolo e della connessa viabilità di svincolo autostradale”. Si tratta di lavori dal costo totale stimato di 632.620 euro (Iva esclusa)L’area, già pesantemente inquinata dal PCB e dalle diossine emessi dalle acciaierie e da sversamenti di rifiuti tossici, potrebbe nascondere sotto il terreno rocce amiantifere. Telt negli anni si era sperticata nel dire che le concentrazioni di amianto riguardavano principalmente il monte Musinè (che proprio per questo escluso dal tracciato), per poi suo malgrado ammettere che anche nella zona del massiccio dell’Ambin e nei pressi di Susa, nell’area che dovrebbe essere coinvolta dallo scavo, secondo i carotaggi ne sarebbe stata rintracciata una significativa presenza. Il movimento No Tav invece è trent’anni che dice che in Val di Susa la presenza di rocce amiantifere è molto più diffusa.
Ora nel caso in cui venissero realmente rinvenute tracce d’amianto nei terreni destinati al nuovo autoporto avremmo un cantiere a cielo aperto dove i pericoli per la salute dati dalla lavorazione sarebbero molto più grandi.
Non sappiamo se la sospensione della costruzione dell’autoporto di San Didero sia connessa a questo rischio, ma ci pare significativo ancora una volta segnalare come la propaganda del sistema del cemento e del tondino continua a fare acqua da tutte le parti e dopo l’incredibile vicenda della fabbrica dei conci di Salbertrand anche il cantiere per il nuovo autoporto sembra sempre di più presentarsi come un campo minato.