Pur essendo per varie ragioni un notav partecipante più che attivista, ritengo particolarmente importante in questo momento mettere per iscritto la mia piena solidarietà ai ragazzi indagati per terrorismo. Questo perché la parola terrorismo, al di là dell’aspetto giuridico, evoca nell’immaginario collettivo personaggi truci e solitari, che agiscono e colpiscono nell’ombra, provocando stragi e lutti. Nulla di tutto questo interessa la resistenza notav fatta dalla gente e senza nascondersi. Dato che la nostra lotta, se non a tutti, appartiene però a molti, mi sento in dovere di metterci la firma e la faccia per solidarizzare con quelli che subiscono queste violenze istituzionali.
Alcune brevi riflessioni.
E’ agghiacciante pensare che si perquisiscano abitazioni alla ricerca di strumenti atti ad offendere. Allora nel mio caso, come in quelli di tantissimi altri che praticano l’agricoltura e il fai da te, nella mia abitazione troverebbero un vero arsenale. Altro che terrorismo, l’ergastolo mi potrebbero dare!
Forse sarebbe anche utile informare quelli che adesso fanno spallucce e girano la testa dall’altra parte, che nel caso improbabile ma possibile che aprano i cantieri a Bussoleno e Susa, tutti quelli che venissero trovati in strada con strumenti atti ad offendere, potrebbero subire pesanti conseguenze. Chi ha buona memoria ricorderà che, ai tempi di prima linea, un ragazzo fu processato perché gli fu trovato in macchina un coltello opinel. Quindi cari agricoltori valsusini, gli zucchini preparatevi a raccoglierli strappandoli con i denti!
Altra riflessione. Sulla stampa di ieri, allegato ad un delirante articolo di tal Numa, è stata messa una foto di ragazzi che salutano, indicandoli come quelli indagati per terrorismo. Al di là del fatto che sarebbe stato comunque aberrante pubblicare una foto di questi ragazzi, la foto non c’entra nulla ed era stata scattata durante una manifestazione dell’ANPI, riprendendo ragazzi che vi partecipavano. Seppur la stampa sia sempre stato un giornale estremamente scorretto e di parte (quella del potere), per raggiungere questa eccellenza nell’infamia ha dovuto impegnarsi molto. Il male e il danno provocato a questi ragazzi non potrà mai essere risarcito, né da condanne pecuniarie né da rettifiche postume. Direi che la misura è colma! La valle nel suo insieme, comprese le istituzioni, abbia un sussulto di dignità e replichi unitariamente a questa volgare e voluta meschinità.
Infine vorrei chiudere con un’ultima riflessione. Tra gli oggetti sequestrati nelle perquisizioni ci sono numerosi fazzoletti dell’ANPI di Bussoleno. Questi fazzoletti sono simili a quelli indossati dai partigiani della brigata Walter Fontan. Per noi nati nel dopoguerra e figli di questa valle partigiana, la resistenza è sempre stata un mito se non un tabù. Anche adesso, dopo quasi settant’anni, nulla è cambiato. Per questo dico che noi non permetteremo a nessuno di infangare questi fazzoletti e con essi la memoria dei partigiani.
Walter Neirotti, ferroviere Bussoleno